Vita Chiesa
Papa Francesco, udienza: Ridare onore a matrimonio tra uomo e donna
«L’immagine della costola – ha spiegato il Papa, davanti a 25 mila fedeli in piazza San Pietro – non esprime affatto inferiorità o subordinazione, ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari, hanno questa reciprocità. E il fatto che – sempre nella parabola – Dio plasmi la donna mentre l’uomo dorme, sottolinea proprio che lei non è in alcun modo una creatura dell’uomo, ma di Dio». «E anche suggerisce un’altra cosa», ha aggiunto a braccio: «Per trovare la donna, l’amore della donna, l’uomo prima deve sognarla, e poi la trova». Il secondo racconto di Genesi, per il Papa, ci mostra che quella dell’uomo «è il culmine della creazione, ma manca qualcosa. Poi Dio pone l’uomo in un bellissimo giardino perché lo coltivi e lo custodisca».
«Lo Spirito Santo, che ha ispirato tutta la Bibbia, suggerisce per un momento l’immagine dell’uomo solo – gli manca qualcosa – senza la donna», ha proseguito il Papa: «E suggerisce il pensiero di Dio, quasi il sentimento di Dio che lo guarda, che osserva Adamo solo nel giardino: è libero, è signore, ma è solo. E Dio vede che questo non è bene: è come una mancanza di comunione, una mancanza di pienezza. ‘Non è bene’ – dice Dio – e aggiunge: ‘Voglio fargli un aiuto che gli corrisponda’. Allora Dio presenta all’uomo tutti gli animali, e l’uomo dà ad ognuno di essi il suo nome – e questa è un’altra immagine della signoria dell’uomo sul creato -, ma non trova in alcun animale l’altro simile a sé. E l’uomo continua, solo». «Quando finalmente Dio presenta la donna – ha sottolineato il Papa – l’uomo riconosce esultante che quella creatura, e solo quella, è parte di lui: ‘Osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne’». «Finalmente c’è un rispecchiamento, una reciprocità», ha commentato: «Quando una persona vuole dare la mano a un’altra – ha aggiunto fuori testo – deve avere un altro davanti: se non ha niente gli manca la reciprocità. Così era l’uomo, gli mancava qualcosa per arrivare alla sua pienezza, gli mancava reciprocità».
Le «molteplici forme di maschilismo, dove la donna viene considerata di seconda classe», la «strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile», l’«ostilità» verso «un’alleanza fra uomo e donna che sia capace di custodire la dignità della differenza». Nella catechesi odierna il Papa ha stigmatizzato questi atteggiamenti, sulla scorta del secondo racconto della creazione contenuto nel libro della Genesi, ha fatto notare che «la fiducia di Dio nell’uomo e nella donna, ai quali affida la terra, è generosa, diretta, piena. Ma ecco che il maligno introduce nella loro mente il sospetto, l’incredulità, la sfiducia. E infine, arriva la disobbedienza al comandamento che li proteggeva. Cadono in quel delirio di onnipotenza che inquina tutto e distrugge l’armonia». «Il peccato genera diffidenza e divisione fra l’uomo e la donna», ha ammonito il Papa: «Il loro rapporto verrà insidiato da mille forme di prevaricazione e di assoggettamento, di seduzione ingannevole e di prepotenza umiliante, fino a quelle più drammatiche e violente».
«La storia ne porta le tracce», ha detto il Papa: «Pensiamo, ad esempio, agli eccessi negativi delle culture patriarcali. Pensiamo alle molteplici forme di maschilismo. Pensiamo alla strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile nell’attuale cultura mediatica. Ma pensiamo anche alla recente epidemia di sfiducia, di scetticismo, e persino di ostilità che si diffonde nella nostra cultura – in particolare a partire da una comprensibile diffidenza delle donne – riguardo a un’alleanza fra uomo e donna che sia capace, al tempo stesso, di affinare l’intimità della comunione e di custodire la dignità della differenza».
«La svalutazione sociale per l’alleanza stabile e generativa dell’uomo e della donna è certamente una perdita per tutti. Dobbiamo riportare in onore il matrimonio e la famiglia!», ha esclamato il Papa, tra gli applausi dei 25mila fedeli presenti all’udienza di oggi. «Se non troviamo un soprassalto di simpatia per questa alleanza, capace di porre le nuove generazioni al riparo dalla sfiducia e dall’indifferenza – ha ammonito Francesco – i figli verranno al mondo sempre più sradicati da essa fin dal grembo materno». «La Bibbia dice una cosa bella», ha proseguito il Santo Padre a braccio: «L’uomo trova la donna, loro si incontrano, e l’uomo deve fare lasciare qualcosa per trovarla pienamente. Per questo l’uomo lascia suo padre e sua madre per andare da lei». «È bello!», ha commentato il Papa: «Significa incominciare una strada: l’uomo è tutto per la donna, e la donna è tutta per l’uomo».
«La custodia di questa alleanza dell’uomo e della donna, anche se peccatori e feriti, confusi e umiliati, sfiduciati e incerti, è per noi credenti una vocazione impegnativa e appassionante, nella condizione odierna», ha sottolineato il Papa, secondo il quale «lo stesso racconto della creazione e del peccato, nel suo finale, ce ne consegna un’icona bellissima: ‘Il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelle e li vestì’». «È un’immagine di tenerezza verso quella coppia peccatrice che ci lascia a bocca aperta», ha affermato il Papa a proposto del versetto della Genesi: «È un’immagine di custodia paterna della coppia umana. Dio stesso cura e protegge il suo capolavoro», ha concluso.
«Pregate per tutte le famiglie, specialmente per quelle che si trovano in difficoltà, certe che esse sono un dono di Dio e il fondamento della vita sociale!». È l’appello rivolto dal Papa, nel saluto ai pellegrini di lingua portoghese. «Diventiamo sempre più famiglie di preghiera», l’invito di Francesco ai fedeli di lingua tedesca. Ai pellegrini di lingua spagnola Francesco ha citato «l’esempio di Dio misericordioso», per andare incontro alle famiglie «con tenerezza e amore paterno» e «proteggere e sostenere questa alleanza di vita e di amore» tra l’uomo e la donna.
Terra da coltivare. «Oggi si celebra la Giornata della Terra. Esorto tutti a vedere il mondo con gli occhi di Dio Creatore: la terra è l’ambiente da custodire e il giardino da coltivare». È il saluto del Papa ai pellegrini di lingua italiana, che come di consueto conclude l’appuntamento del mercoledì con i fedeli in piazza san Pietro. «La relazione degli uomini con la natura – l’auspicio di Francesco – non sia guidata dall’avidità, dal manipolare e dallo sfruttare, ma conservi l’armonia divina tra le creature e il creato nella logica del rispetto e della cura, per metterla a servizio dei fratelli, anche delle generazioni future». Il Papa ha rivolto, inoltre un saluto speciale alle «giovani suore» riunite per il Convegno formativo presso l’Usmi – che lo hanno ricambiato con un applauso, sventolando lunghi foulard bianchi – i religiosi del Santissimo Saramento e i 150 seminaristi provenienti da diverse diocesi: «Auspico che sappiate dare testimonianza gioiosa della vocazione ricevuta – l’esortazione del Papa – consapevoli che l’impegno missionario non dipende solo dai nostri sforzi, ma soprattutto dalla grazia che a piene mani elargisce il Signore».