Vita Chiesa
Papa Francesco, udienza: Uomo e donna a immagine di Dio. Teoria gender è «passo indietro»
«Uomo e donna sono a immagine e somiglianza di Dio»: «Non solo l’uomo preso a sé è immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l’uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio». Lo ha detto il Papa, che ha dedicato la catechesi di oggi, davanti a 25 mila fedeli, in piazza San Pietro, «a un aspetto centrale del tema della famiglia: quello del grande dono che Dio ha fatto all’umanità con la creazione dell’uomo e della donna e con il sacramento del matrimonio».
«Questa catechesi e la prossima – ha annunciato Francesco – riguardano la differenza e la complementarità tra l’uomo e la donna, le due che seguiranno saranno sul matrimonio». Citando la Genesi, il Papa ha ricordato che nel primo racconto della creazione «Dio, dopo aver creato l’universo e tutti gli esseri viventi, creò il capolavoro, ossia l’essere umano, che fece a propria immagine: ‘A immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò’». «Come tutti sappiamo – ha ricordato il Papa – la differenza sessuale è presente in tante forme di vita, nella lunga scala dei viventi. Ma solo nell’uomo e nella donna essa porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio: il testo biblico lo ripete per ben tre volte in due versetti». «La differenza tra uomo e donna – ha ammonito il Papa – non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio».
«L’esperienza ce lo insegna – ha proseguito -: per conoscersi bene e crescere armonicamente l’essere umano ha bisogno della reciprocità tra uomo e donna». E ha ammonito: «Quando ciò non avviene, se ne vedono le conseguenze». «Siamo fatti per ascoltarci e aiutarci a vicenda», ha affermato Francesco: «Possiamo dire che senza l’arricchimento reciproco in questa relazione – nel pensiero e nell’azione, negli affetti e nel lavoro, anche nella fede – i due non possono nemmeno capire fino in fondo che cosa significa essere uomo e donna».
«La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo». È l’analisi del Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi si è chiesto «se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa». «Sì, rischiamo di fare un passo indietro», il monito del Papa, secondo il quale «la rimozione della differenza è il problema, non la soluzione». «Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più», il consiglio di Francesco: «Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita».
«Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, e lo è per tutti, non solo per i credenti», ha detto ancora il Papa, che a questo proposito nella catechesi dell’udienza generale di oggi ha lanciato un appello: «Vorrei esortare gli intellettuali a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una società più libera e più giusta».
«Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo e della donna: il suo fallimento inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza». Ne è convinto il Papa, che nella catechesi odierna ha indicato i «segnali preoccupanti» e ha evidenziato «due punti che io credo debbono impegnarci con più urgenza». «È indubbio che dobbiamo fare molto di più in favore della donna, se vogliamo ridare più forza alla reciprocità fra uomini e donne», il primo appello di Francesco, secondo il quale «è necessario che la donna non solo sia più ascoltata, ma che la sua voce abbia un peso reale, un’autorevolezza riconosciuta, nella società e nella Chiesa». «Il modo stesso con cui Gesù ha considerato le donne, in un contesto meno favorevole del nostro, manda una luce potente, che illumina una strada che porta lontano, della quale abbiamo percorso soltanto un pezzetto», ha proseguito il Papa tra gli applausi. «Ancora non abbiamo capito in profondità – ha poi detto a braccio – le cose che ci può dare il genio femminile, quello che ci può dare anche a noi e alla società la donna, che guarda con altri occhi che completano il pensiero dell’uomo». «È una strada da percorrere con più creatività e audacia», l’auspicio del Papa.
«Mi chiedo se la crisi di fiducia collettiva in Dio, che ci fa tanto male, ci fa ammalare di rassegnazione all’incredulità e al cinismo, non sia anche connessa alla crisi dell’alleanza tra uomo e donna», si è chiesto il Papa, che al termine della catechesi è tornato sul tema dell’uomo e della donna creati a immagine e somiglianza di Dio per ricordare che «il racconto biblico, con il grande affresco simbolico sul paradiso terrestre e il peccato originale, ci dice proprio che la comunione con Dio si riflette nella comunione della coppia umana e la perdita della fiducia nel Padre celeste genera divisione e conflitto tra uomo e donna». Di qui «la grande responsabilità della Chiesa, di tutti i credenti, e anzitutto delle famiglie credenti, per riscoprire la bellezza del disegno creatore che inscrive l’immagine di Dio anche nell’alleanza tra l’uomo e la donna». «La terra si riempie di armonia e di fiducia quando l’alleanza tra l’uomo e la donna è vissuta nel bene», ha assicurato Francesco: «E se l’uomo e la donna la cercano insieme tra loro e con Dio, senza dubbio la trovano. Gesù ci incoraggia esplicitamente alla testimonianza di questa bellezza, come vedremo meglio nella prossima catechesi».
«Dio creò l’uomo, maschio e femmina, a sua immagine, dando a entrambi la stessa dignità e uguaglianza: lavoriamo, nella Chiesa e nella società, affinché tale uguaglianza venga rispettata, evitando ogni forma di sopruso o di ingiustizia, in particolare contro le donne». È il saluto del Papa ai fedeli di lingua araba presenti all’udienza, in particolare quelli provenienti dal Libano e dal Medio Oriente. Salutando i pellegrini polacchi, Francesco si è rivolto invece in modo particolare a «tutti gli sposi«: «Insieme a voi – ha detto – rendo grazie a Dio per la gioia e la pace delle coppie felici». «Sappiamo tuttavia quante sono le famiglie e i coniugi provati dalle crisi e dalle divisioni», ha proseguito il Papa, auspicando che «riscoprano la forza unificante dell’alleanza sacramentale e ricostruiscano la reciproca fiducia nel perdono e nella riconciliazione».
Oggi in piazza San Pietro, dove il Papa era arrivato a bordo della jeep bianca scoperta qualche minuto prima delle 9.40, come al solito i protagonisti sono stati i bambini, alcuni anche piccolissimi, che Francesco ha baciato e accarezzato, facendo fermare la «papamobile» quando necessario. Tra i selfie, i vistosi striscioni- come quello dei gruppo di preghiera di Padre Pio – e le lettere variopinte che alcuni ragazzi hanno sventolato in alto per poterle consegnare, il Papa ha trovato anche il tempo, più volte, di fare il gesto dello «scambio dello zucchetto». Al lato del corridoio centrale che porta al centro del sagrato, hanno trovato posto anche 250 allievi della scuola sottufficiali dell’esercito di Viterbo. Il Papa ha percorso il tratto a piedi che lo ha condotto al palco al centro del sagrato salutato dal gruppo di sbandieratori di Arezzo: un centinaio, che hanno alzato le loro bandiere multicolori, al suono dei tamburi.