Vita Chiesa
Genocidio armeno: con il Papa domenica a S. Pietro il Catholicos Karekin ii e il presidente Sarkisyan
Sarà presente anche il presidente dell’Armenia, Serge Sarkisyan, i rappresentanti delle autorità armene, i rappresentanti delle comunità e benefattori armeni da tutto il mondo. Ad elencare le presenze alla messa di domenica è padre Tovma Khachatryan, vicario generale del delegato pontificio della Chiesa armena apostolica dell’Europa occidentale che in un’intervista oggi al Sir commenta: «Penso che il livello di partecipazione da tutte e due le parti indichi chiaramente il senso dell’importanza dell’evento. In ogni angolo di Roma in questi giorni si può sentire parlare in armeno. Sono i figli dei sopravvissuti che sono venuti per ricevere la benedizione di Papa Francesco e unirsi nella preghiera con la Chiesa Cattolica e con il popolo italiano. Una preghiera che viene fatta in suffragio dei nostri nonni e padri martirizzati durante il Genocidio. Penso tutto questo sia molto importante dal punto di vista umano, fraterno, cristiano ed ecumenico».
Il Papa e il Catholicos insieme sono oggi il segno di un dialogo che si fonda su «un ecumenismo del sangue». «Quando in Siria o in Iraq massacrano un cristiano – osserva infatti il rappresentante delle comunità armene in Italia – non chiedono se è cattolico o armeno apostolico. I martiri testimoniano innanzitutto Cristo, non l’appartenenza all’una o all’altra parrocchia, e ci viene misteriosamente offerto come compartecipazione al sacrificio del Signore. Interventi comuni fanno vedere l’unità della Chiesa nella sofferenza dei fedeli e dei popoli cristiani». Lo slogan del Centenario è «Ricordo ed Esigo!». «Ricordare ed esigere – spiega padre Khachatryan – significa non solo tener viva la memoria di ciò che è stato fatto, ma anche condannare, giudicare ed esigere il riconoscimento del Genocidio armeno. Questo per contribuire affinché altri genocidi di ieri, di oggi e del futuro non possano accadere». Ed aggiunge: «Secondo noi la ferma condanna del Genocidio armeno e degli altri genocidi da parte degli Stati e delle grandi organizzazioni è l’inizio della prevenzione di altri genocidi. Noi vogliamo che la comunità internazionale aiuti innanzitutto il governo turco perché possa confrontarsi con la storia, perché smetta di negare il Genocidio degli armeni e perché abbia la forza di chiedere perdono e riparare i danni inflitti, come hanno fatto i tedeschi dopo la II Guerra Mondiale».