Vita Chiesa

Papa Francesco a vescovi Nigeria: «Pace è costruire cultura dell’incontro»

Nella lettera ricorda che la Nigeria «in questi ultimi anni ha sperimentato una forte crescita sul piano economico e si è proposta sulla scena internazionale come un mercato di grande interesse sia per le sue risorse naturali sia per le sue potenzialità commerciali. È ormai considerata ufficialmente la più grande economia africana. Si è inoltre distinta come interlocutore politico per l’impegno profuso nella risoluzione di situazioni di crisi nel Continente». «In pari tempo – prosegue Francesco – la vostra nazione si è dovuta confrontare con gravi difficoltà, tra le quali, nuove e violente forme di estremismo e di fondamentalismo, su base etnica, sociale e religiosa. Molti nigeriani sono stati uccisi, feriti e mutilati, sequestrati e privati di ogni cosa: dei propri cari, della propria terra, dei mezzi di sussistenza, della loro dignità, dei loro diritti. Tanti non hanno più potuto fare ritorno alle loro case».

«Credenti, sia cristiani che musulmani, sono stati accomunati da una tragica fine, per mano di persone che si proclamano religiose, ma che abusano della religione per farne una ideologia da piegare ai propri interessi di sopraffazione e di morte», è la denuncia del Papa, nella lettera indirizzata ai vescovi della Nigeria, in cui Francesco assicura: «Sono vicino a voi e a quanti soffrono». «La pace – ricorda il Papa – non è solo l’assenza di conflitti o risultato di qualche compromesso politico, o fatalismo rassegnato. La pace, per noi, è un dono che viene dall’Alto, è Gesù Cristo stesso, Principe della Pace, Colui che ha fatto dei due un popolo solo. E solo chi ha la pace di Cristo nel cuore, come orizzonte e stile di vita, può diventare un artigiano della pace». Nello stesso tempo, «la pace è impegno quotidiano, coraggioso ed autentico per favorire la riconciliazione, promuovere esperienze di condivisione, gettare ponti di dialogo, servire i più deboli e gli esclusi». «In una parola, la pace consiste nel costruire una cultura dell’incontro», conclude il Papa, ringraziando tutti coloro che nel Paese «si impegnano concretamente contro ogni forma di violenza e in favore di un avvenire più sicuro e più giusto per tutti». «Accompagnate le vittime! Soccorrete i poveri! Educate i giovani! Fatevi promotori di una società più giusta e solidale!», l’invito del Papa.