Vita Chiesa

Papa Francesco al clero romano: nell’omelia recuperare lo «stupore». Prete non è «showman»

Quando si predica l’omelia, ha spiegato Francesco, bisogna «entrare in un’atmosfera spontanea, normale, religiosa, ma non artificiale». È così, per il Papa, che «si recupera lo stupore, quello che si sente nell’incontro con Dio». «Quando noi preghiamo – ha detto il Papa nel suo discorso, pronunciato interamente a braccio, e del quale è stato trasmesso solo l’audio, per i primi dieci minuti – sentiamo lo stupore, che è il sentimento dell’incontro, quello che hanno sentito gli apostoli quando sono stati invitati, chiamati. Quello stupore che attira e ci lascia in contemplazione». «Contro lo stupore va ogni tipo di artificialità», ha detto il Papa: «Nell’ars celebrandi si deve pregare davanti a Dio, con la comunità, ma normalmente».

«Quando vediamo un sacerdote che predica in modo sofisticato, o artificiale – ha ammonito il Papa – che abusa dei gesti, non è facile che si dia questo stupore, questa capacità di far entrare nel mistero». «Celebrare – ha ricordato infatti il Pontefice – è entrare e far entrare nel mistero. È semplice, ma è così». «Se sono eccessivamente rigido, non faccio entrare nel mistero», ha detto il Papa scendendo nel dettaglio dell’atteggiamento che deve assumere un sacerdote quando fa l’omelia: «Se sono uno ‘showman’, non faccio entrare nel mistero. Sono i due estremi». 

«Dell’omelia non si può dire che è soltanto ‘ex opere operantis’, né che è soltanto ‘ex opere operato’. È metà e metà», ha spiegato il Papa ai parroci romani, precisando che «c’è qualcosa nell’omelia che porta in sé la grazia, come se fosse un sacramentale forte, è c’è qualcosa di provvisorio, che dipende da chi predica». Ai sacerdoti che gremiscono oggi l’Aula Paolo VI il Papa ha consigliato di prendere in mano «due libri, che mi hanno fatto tanto bene»: uno di Domenico Grasso, sulla predicazione – «un libro giusto nella teologia», lo ha definito Francesco – e l’altro di Hugo Rahner, che «si differenzia dal fratello» Karl, ha detto scherzosamente il Santo Padre, «dal fatto che scrive chiaro: diceva che voleva tradurre le opere di suo fratello al tedesco». All’inizio del suo discorso, il Papa ha citato due aneddoti: uno riferito a un sacerdote che era andato a trovare i suoi genitori, «e suo papà era contento perché aveva trovato una chiesa dove si fa la Messa senza un’omelia».

L’altro aneddoto riguarda «una nipote mia – ha raccontato Francesco – che è professoressa di lettere all’università. Lei abita con la sua famiglia tra due parrocchie: in una parrocchia c’è un prete bravo che predica bene e nell’altra c’è un buon sacerdote ma che non ha il carisma della predicazione». «Alle volte la chiamo per sentire come va – ha rivelato il Papa -, e una volta mi ha detto: ‘Ho sentito una bella lezione di 40 minuti sulla Summa di San Tommaso’ Bellissima…». «È andata a scuola», il commento del Papa, che ha citato anche un intervento del 2005 che tenne da cardinale alla Congregazione per il Culto Divino: «Il cardinale Meisner mi ha rimproverato alcune cose», ha detto il Papa, e «l’allora cardinale Ratzinger mi ha detto che mancava una cosa nell’omelia: il sentirsi davanti a Dio. E aveva ragione, io non ne avevo parlato». 

«Il problema è presente nella mia agenda». È stata questa la risposta di Papa Francesco alla domanda di un sacerdote, don Giovanni Cereti, che durante l’incontro con il clero romano, ha rivolto una domanda sulla questione dei preti sposati, facendo un paragone, per contrasto, tra la situazione delle Chiese orientali, dove anche gli uomini sposati possono essere ordinati sacerdoti, e quella delle Chiese di rito latino, dove invece è escluso l’accesso al sacerdozio per i non celibi.

Durante l’incontro odierno – che per espresso desiderio del Papa, come è accaduto in incontri analoghi durante i viaggi (a Cassano, a Caserta, in Molise), si è svolto in un clima di riservatezza, «a porte chiuse» – Francesco ha rivelato che quando, il 10 febbraio, ha celebrato con sette preti che festeggiavano il loro 50° di sacerdozio, alla messa mattutina di Santa Marta erano presenti anche cinque sacerdoti che hanno lasciato il ministero perché hanno scelto di sposarsi.