Vita Chiesa
Una «Casa della carità» come segno per «Firenze 2015»
Il «condominio», denominato «Casa della carità», nascerà nel quartiere popolare di Novoli, ospiterà un centro diurno per anziani, una mensa, 18 mini appartamenti, un centro di accoglienza per emergenze abitative, un asilo e una comunità di suore. I lavori, già iniziati, si concluderanno nel 2016, ma nei giorni del «Convegno» la struttura sarà a buon punto anche se non ancora attiva. Il progetto è stato reso possibile dalla collaborazione anche economica tra l’Arcidiocesi, la Conferenza episcopale italiana e l’Ente Cassa di risparmio di Firenze. «Questa confluenza tra soggetti diversi è una delle cose da sottolineare: trovarsi insieme è già un messaggio alla società», ha detto il cardinale Giuseppe Betori presentando stamani in Arcivescovado a Firenze il progetto nel corso di una conferenza stampa con monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, e l’avvocato Umberto Tombari, presidente dell’Ente Cassa di risparmio.
«L’altra cosa da sottolineare – ha detto Betori – è l’attenzione agli aspetti emergenti della marginalità oggi: l’abitazione e l’età avanzata». Inoltre, come vuole la tradizione dei Convegni ecclesiali della Chiesa italiana, «lasciamo sul territorio un segno di solidarietà che già adesso – a giudizio dell’Arcivescovo di Firenze – rappresenta il modo giusto di introdurre il Convegno come esperienza di vita», mentre per la Chiesa locale «significa implementare un’attenzione concreta, che già esiste, verso chi vive a margini della società, a partire dalle persone anziane a cui ridare cittadinanza».
«Con il progetto della Casa della carità il Convegno di Firenze è già iniziato – ha aggiunto monsignor Galantino –. Questo condominio solidale, insieme alla serie dei contributi provenienti da tutta Italia che raccontano esperienze di umanesimo concreto, aiuta a svecchiare l’immagine di “convegno” e a dare l’esatta percezione di questo importante appuntamento dei cattolici italiani: inventare forme nuove del vivere insieme, ispirate dal Vangelo. Anche la stessa dinamica dell’abitare cambia di segno se c’è di mezzo l’umanità che Gesù Cristo ci ha svelato». Non sarà quindi «un convenire intorno a un tema, ma ad una esperienza, mettendoci alla ricerca dei casi in cui questo umanesimo non è riuscito. Mentre quest’opera che nascerà alla periferia fiorentina di Novoli – ha aggiunto Galantino – è una risposta: è umanesimo riuscito».
Il segretario della Cei ha voluto anche spiegare che la Conferenza episcopale è un «soggetto collettivo, un soggetto delegato da tutti coloro i quali destinano l’8 per mille alla Chiesa e lo destinano ad opere come questa. La Cei partecipando a questo tipo di iniziative non fa altro che continuare un’azione di presenza solidale che non si limita all’Italia, ma si allarga al resto del mondo. Non è un caso che dal 2009 al 2013 sia aumentato del 32% l’impegno per le opere di carità». Rispondendo ai giornalisti sul possibile programma della visita di Francesco a Firenze, Galantino ha risposto che «come sempre sarà il Papa a decidere, sottoposto anche alle ragioni del tempo». Per quanto poi riguarda il «Convegno», Francesco «ha chiesto esplicitamente che abbia un impatto sulla gente, sulla vita concreta delle persone, della città, della nazione.Una nazione che non hai mai spesso di sperare».
A ricordare che «saranno 2 mila 500 i delegati al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze» è stato il direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, monsignor Domenico Pompili, presente da ieri nel capoluogo toscano, con monsignor Galantino e il resto della Commissione, per una verifica logistica anche dei luoghi che ospiteranno l’importante appuntamento dei cattolici italiani.
Presenta alla conferenza stampa, come detto, anche l’avvocato Umberto Tombari, presidente dell’Ente Cassa di risparmio di Firenze, che con 2 milioni e mezzo, tanti quanti ne darà la Cei, contribuirà alla realizzazione della Casa della carità per la quale l’Arcidiocesi fiorentina metterà il restante milione e mezzo. «Mi piace sottolineare – ha dichiarato Tombari – la lungimiranza della nostra istituzione e della Diocesi nei confronti delle periferie che già in precedenza hanno sostenuto progetti comuni. La realtà che presentiamo oggi e che segna una felice collaborazione, oltreché con la Diocesi, con la Conferenza episcopale italiana, si colloca in questo contesto e vuole anch’essa raggiungere il disagio dove esso si manifesta. Potrei dire che è la solidarietà che va verso coloro che ne hanno bisogno e non viceversa, secondo un processo che l’Ente Cassa persegue fin dalla sua costituzione e che vede destinare quest’anno al comparto dell’emergenza sociale l’importo più alto tra i settori di riferimento: sono complessivamente 10 milioni di euro, pari al 39% delle erogazioni complessive che sono di 26 milioni di euro. Una risposta chiara e inequivocabile alla crescente domanda che ci viene rivolta dal territorio e alla quale non possiamo non rispondere con tutte le nostre energie».