Vita Chiesa

Papa Francesco: all’udienza racconta il «vero» Sinodo

«Questo è stato possibile grazie alla Sala Stampa, che ogni giorno ha fatto un briefing», ha aggiunto il Papa ringraziando chi ha permesso tale copertura giornalistica. «Ma spesso la visione dei media – la denuncia di Papa Francesco – era un po’ nello stile delle cronache sportive, o politiche: si parlava spesso di due squadre, pro e contro, conservatori e progressisti». Al Sinodo, invece, «ciascuno ha esposto il suo pensiero con parresia e con fiducia». «Alla base degli interventi – ha ricordato il Papa ai fedeli – c’era lo Strumento di lavoro, frutto della precedente consultazione di tutta la Chiesa. E qui dobbiamo ringraziare la Segreteria del Sinodo per il grande lavoro che ha fatto sia prima che durante l’Assemblea».

Non c’erano due squadre. «Nessun intervento ha messo in discussione le verità fondamentali del Sacramento del matrimonio: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e l’apertura alla vita». Così il Papa ha sintetizzato l’andamento della prima fase del Sinodo sulla famiglia. «Tutti gli interventi – ha proseguito – sono stati raccolti e così si è giunti al secondo momento, cioè la Relazione dopo la discussione, articolata in tre punti: l’ascolto del contesto e delle sfide della famiglia; lo sguardo fisso su Cristo e il Vangelo della famiglia; il confronto con le prospettive pastorali». «Su questa prima proposta di sintesi si è svolta la discussione nei gruppi, che è stato il terzo momento. I gruppi, come sempre, erano divisi per lingue: italiano, inglese, spagnolo e francese. Ogni gruppo alla fine del suo lavoro ha presentato una relazione, e tutte le relazioni dei gruppi sono state subito pubblicate». Nei gruppi, ha commentato il Papa a braccio, «si comunica meglio». «Tutto è stato dato, c’era la trasparenza, perché si sapesse quello che avveniva», ha aggiunto sempre fuori testo. Nel quarto momento, «una commissione ha esaminato tutti i suggerimenti emersi dai gruppi ed è stata fatta la Relazione finale, che ha mantenuto lo schema precedente, ma ha cercato di recepire il frutto dalle discussioni nei gruppi. Come sempre, è stato approvato anche un Messaggio finale del Sinodo, più breve e più divulgativo rispetto alla Relazione».

La «garanzia» del Papa. Al Sinodo, «tutto è avvenuto ‘cum Petro et sub Petro’, cioè con la presenza del Papa, che è garanzia per tutti di libertà e di fiducia, e garanzia dell’ortodossia». A precisarlo è stato il Papa, ricordando ai fedeli riuniti oggi in piazza san Pietro che «alla fine con un mio intervento ho dato una lettura sintetica dell’esperienza sinodale». «I documenti ufficiali usciti dal Sinodo – ha detto Francesco – sono tre: il Messaggio finale, la Relazione finale e il discorso finale del Papa». «Non ce ne sono altri», ha puntualizzato a braccio, informando i fedeli che «la Relazione finale, che è stata il punto di arrivo di tutta la riflessione, adesso viene inviata alle Conferenze episcopali, che la discuteranno in vista della prossima Assemblea, quella ordinaria, nell’ottobre 2015». La Relazione finale, ha ricordato il Papa, era già stata pubblicata, ma «ieri è tata inviata alle Conferenze episcopali con le domande», che insieme diventano i «Lineamenta» della fase finale del Sinodo.

«Il Sinodo non è un parlamento, ma uno spazio protetto affinché lo Spirito Santo possa operare. Ci sono i rappresentanti delle Chiese, ma la struttura non è parlamentare, è totalmente diversa». Lo ha detto il Papa, che nella parte finale della catechesi odierna ha ribadito che al Sinodo «non c’è stato scontro tra fazioni, ma un confronto tra i vescovi, che è venuto dopo un lungo lavoro di preparazione e che ora proseguirà in un altro lavoro, per il bene delle famiglie, della Chiesa e della società». «È un processo, è il normale cammino sinodale», ha commentato: «Ora continua nelle Chiese particolari il lavoro di preghiera, riflessione e discussione fraterna al fine di preparare la prossima Assemblea». «Questo è il Sinodo dei Vescovi», ha concluso il Papa affidandolo «alla protezione della Vergine Madre» e auspicando che «ci aiuti a seguire la volontà di Dio prendendo le decisioni pastorali che aiutino di più e meglio la famiglia». «Vi chiedo di accompagnare questo percorso con la preghiera», la richiesta ai fedeli: «Che il Signore ci illumini, ci faccia andare verso la maturità di quello che dobbiamo dire a tutte le Chiese come Sinodo», le parole finali di Francesco, pronunciate a braccio.

Salutando i fedeli di lingua italiana, al termine dell’udienza generale di oggi, il Papa ha rivolto un saluto agli studenti, ai gruppi parrocchiali e alle associazioni, «in particolare il Gran Sasso Acqua, a 5 anni al terremoto de L’Aquila». «Il tempo liturgico dell’Avvento – l’auspicio di Francesco – favorisca in tutti una rinnovata adesione al Vangelo, una sincera solidarietà verso i fratelli e una riscoperta della speranza cristiana». Nell’abituale triplice saluto finale ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, il Papa ha ricordato la memoria della Beata Vergine di Loreto: «Cari giovani – il suo invito – imitate la madre di Gesù per prepararvi con gioia al Natale; la sua celeste protezione sostenga voi, cari ammalati, nel portare la vostra croce quotidiana; e il suo abbandono alla volontà del Padre ricordi a voi, cari sposi novelli, la presenza feconda della Provvidenza nella vostra famiglia».