Vita Chiesa
Pistoia, l’ingresso di Tardelli: «Ciò che conta è la gioia dell’incontro con Cristo»
«Gioia» come le prima parole della Evangelii gaudium che riferiscono questa specifica condizione al Vangelo di Gesù e alla scoperta «di una misericordia che ci è usata e che diventa messaggio di speranza per tutti». Precisato che vuole essere questa l’ispirazione di tutto il suo ministero pistoiese, Tardelli ha aggiunto che «non sono le strutture da cambiare nella chiesa, non è l’alchimia di nuove formule, magari maggiormente democratiche a fare della chiesa qualcosa di più rispondente al suo Signore. Non sarà un adattarsi allo spirito del mondo, alle mode culturali del momento o ai capricci dell’uomo a renderla fermento del mondo nuovo. Non sarà il trasformarsi in un’impresa sociale a farla essere gesto concreto d’amore per gli ultimi». Quello che conta, in ogni luogo e pure a Pistoia, per fare «bella» la «sposa di Cristo», sarà invece «soltanto la gioia sperimentata nell’incontro con Cristo».
E Pistoia ha accolto con affetto e curiosità, speranza e trepidazione, il suo nuovo vescovo. In tanti hanno affollato la cattedrale e, prima, la basilica dell’Umiltà. Davvero lunga la processione fra i due luoghi di culto, che sono anche preziose testimonianze di arte, in una città per qualche istante «sconvolta» nel rito dello struscio festivo. E con tanti negozi già pieni di «sconti». In molti venivano da San Miniato, terra dove il vescovo ha lasciato un bel ricordo e terra di confine, attraverso la parrocchia di Mastromarco, con la nuova terra pistoiese. Proprio dalla periferia di Mastromarco, presto, era partita la lunga giornata di Fausto: per proseguire in quattro luoghi simbolo (ospedale, carcere, mensa dei poveri, centro per disabili) di sofferenza e speranza.
La Messa finisce due ore abbondanti dopo e Fausto va nella navata sinistra a pregare la «Madonna delle Porrine»: dipinto assai venerato che ricorda come Maria sconfisse una epidemia in pieno Medioevo. Fatica a sottrarsi dalle tante strette di chi vuol fargli vedere di esserci stato.
E adesso può iniziare la sua missione nella città dalle vie strane. Fra via «Abbi Pazienza» e vicolo «Brontola», piazzetta «degli Umiliati» e vicolo del «Malconsiglio», via «della Forra Sanguinaria» e vicolo «Bacchettoni», ne avrà di cose da fare, il vescovo Fausto che arriva dopo il vescovo Mansueto, in una diocesi che si estende dai monti di Zeno ai colli di Leonardo. Ma l’opera («diffondere nella città degli uomini il profumo di Cristo») val bene l’impegno.