Vita Chiesa

Francesco, Angelus: «L’amore è la misura della fede»

In effetti, «il segno visibile che il cristiano può mostrare per testimoniare al mondo e agli altri, alla sua famiglia l’amore di Dio è l’amore dei fratelli. Il comandamento dell’amore a Dio e al prossimo è il primo non perché sta in cima all’elenco dei comandamenti. Gesù non lo mette al vertice, ma al centro, perché è il cuore da cui tutto deve partire e a cui tutto deve ritornare e fare riferimento». Già nell’Antico Testamento «l’esigenza di essere santi, ad immagine di Dio che è santo, comprendeva anche il dovere di prendersi cura delle persone più deboli». E «Gesù porta a compimento questa legge di alleanza, Lui che unisce in se stesso, nella sua carne, la divinità e l’umanità, in un unico mistero d’amore». Alla luce di questa parola di Gesù, «l’amore è la misura della fede, e la fede è l’anima dell’amore. Non possiamo più separare la vita religiosa, la vita di pietà dal servizio ai fratelli, a quei fratelli concreti che incontriamo».

«Non possiamo più dividere la preghiera, l’incontro con Dio nei Sacramenti, dall’ascolto dell’altro, dalla prossimità alla sua vita, specialmente alle sue ferite. Ricordatevi questo – ha affermato il Papa -: l’amore è la misura della fede. Quanto ami, tu? E ognuno si dà la risposta. Com’è la tua fede? La mia fede è come io amo. E la fede è l’anima dell’amore». Infatti, «in mezzo alla fitta selva di precetti e prescrizioni – ai legalismi di ieri e di oggi – Gesù opera uno squarcio che permette di scorgere due volti: il volto del Padre e quello del fratello. Non ci consegna due formule o due precetti: non sono precetti e formule; ci consegna due volti, anzi un solo volto, quello di Dio che si riflette in tanti volti, perché nel volto di ogni fratello, specialmente il più piccolo, fragile, indifeso e bisognoso, è presente l’immagine stessa di Dio. E dovremmo domandarci, quando incontriamo uno di questi fratelli, se siamo in grado di riconoscere in lui il volto di Dio: siamo capaci di questo?». In questo modo «Gesù offre ad ogni uomo il criterio fondamentale su cui impostare la propria vita. Ma soprattutto Egli ci ha donato lo Spirito Santo, che ci permette di amare Dio e il prossimo come Lui, con cuore libero e generoso». Per intercessione di Maria, «apriamoci ad accogliere questo dono dell’amore, per camminare sempre in questa legge dei due volti, che sono un volto solo: la legge dell’amore».

«Era una suora esemplare nel servizio agli orfani degli emigranti italiani; lei vedeva Gesù presente nei poveri, negli orfani, negli ammalati, nei migranti», ha detto Francesco dopo l’Angelus, ricordando che sabato, a San Paolo del Brasile, è stata proclamata beata madre Assunta Marchetti, nata in Italia, cofondatrice della Suore Missionarie di S. Carlo Borromeo – Scalabriniane. «Rendiamo grazie al Signore per questa donna, modello d’instancabile missionarietà e di coraggiosa dedizione nel servizio della carità. E questo è un richiamo e soprattutto una conferma di ciò che abbiamo detto prima, riguardo al cercare il volto di Dio nel fratello e nella sorella bisognosi». Nei saluti a tutti i pellegrini provenienti dall’Italia e da vari Paesi, «un pensiero speciale» il Pontefice ha rivolto alla comunità peruviana di Roma, presente con la sacra immagine del Señor de los Milagros. «Saluto anche i pellegrini di Schönstatt: sto guardando da qui l’icona della Madre», ha aggiunto. Infine, una richiesta: «Per favore, pregate per me, non dimenticatevi».