Vita Chiesa
Giornata ringraziamento: messaggio Cei, terra «bene comune della famiglia umana»
A pochi mesi dall’apertura di Expo Milano 2015, dedicato a «Nutrire il pianeta. Energia per la vita», i vescovi incaricati della pastorale sociale e del lavoro richiamano il monito di Papa Francesco, nel messaggio per la Giornata mondiale dell’alimentazione (16 ottobre 2013), sulla «tragica condizione nella quale vivono ancora milioni di affamati e malnutriti, tra i quali moltissimi bambini». Di qui l’invito a custodire la terra «come un vero e proprio bene comune della famiglia umana, dato per la vita di tutti». Oggi, sottolineano i presuli, il sistema agricolo è complesso e purtroppo la finanza «si comporta con il cibo come una pura merce, su cui scommettere per trarne profitto, a prescindere dal destino di chi di esso vive. E sulla terra si specula!».
La stessa disponibilità della terra, si legge ancora nel messaggio, «è a rischio: spesso essa è destinata ad altri scopi o diviene oggetto di una lotta commerciale tra le economie più forti. E non mancano le pressioni crescenti sul piano della legalità». Una situazione complessa, che «mette a rischio la capacità dell’agricoltura di garantire sicurezza alimentare, per avere un cibo che possa nutrire gli abitanti del pianeta e che sia affidabile per chi lo consuma». Per uscirne i vescovi suggeriscono anzitutto di «educarci a pensare l’agricoltura come spazio in cui la giusta ricerca della remunerazione del lavoro si intrecci con la solidarietà, l’attenzione per i poveri, la lotta contro lo spreco, con un’attiva custodia della terra». Occorre promuovere un modello di produzione agricola attento alla qualità e alla salvaguardia dei terreni, «in modo da garantire effettiva sostenibilità. La terra, in altre parole, va custodita come un vero e proprio bene comune della famiglia umana, dato per la vita di tutti. Essa deve mantenere come primaria la sua destinazione fondamentale» di essere «fonte di cibo per i suoi abitanti, facendo in modo che il rispetto e la ricerca della qualità dei beni salvaguardi la capacità della terra stessa di produrre per la generazione presente e per quelle future».
Il pensiero dei vescovi va anche al territorio, da preservare «contro il degrado e la cementificazione» e da riqualificare attraverso l’attività agricola. Quando esso ne è privato, è anche «più esposto a fenomeni di erosione, tanto più in un tempo di mutamento climatico, segnato da eventi meteorologici di vasta portata» che richiedono un’adeguata impostazione etica, un necessario cambio culturale, e un deciso impegno politico-economico da parte della comunità internazionale. Nel ringraziare i contadini per il loro impegno e i lavoratori immigrati presenti sul nostro territorio, i presuli sottolineano «la grande rilevanza delle famiglie rurali, testimoni concrete di un’alleanza con la terra che esse sono chiamate a rinnovare nelle pratiche produttive». Un richiamo, infine, alla responsabilità delle singole persone e delle famiglie, consumatori, ma anche cittadini attivi e responsabili. «Educarci alla custodia della terra» significa anche «adottare comportamenti e stili di vita in cui l’uso del cibo e dei prodotti alimentari sia più attento e lungimirante», nonché «agire sulle nostre famiglie per ridurre ed eliminare lo spreco alimentare, che nelle società agiate raggiunge livelli inaccettabili», come ha più volte denunciato Papa Francesco parlando della «cultura dello scarto».