Vita Chiesa

Card. Parolin: anche oggi esiste l’odio anticristiano

«Nel nome cristiano – ha proseguito il cardinale – c’è la forza umile e pacificatrice di cui sono portatori. Nella loro debolezza, ci sono prossimi, mostrandoci che la forza viene da Dio e che è sempre possibile uscire da sé e raggiungere i lontani, anche se ci percepiscono come nemici». Come scrive Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, «il discepolo sa offrire la vita intera e giocarla fino al martirio». I nuovi martiri, ha detto il segretario di Stato, «equipaggiati solo della fede e del servizio agli ultimi, impensieriscono chi ordisce trame di morte perché difendono la vita. Hanno varcato i confini e le barriere imposti dalle nazioni, dalle culture e dalla globalizzazione della differenza, facendo conoscere ovunque il nome di Gesù. Ci sembrano eroi lontani, dalle nostre contraddizioni e dalle nostre debolezze, invece sono uomini come noi, anzi hanno vissuto con noi».

«Tanti» uomini e donne che hanno perso la loro vita a causa del Vangelo, ha fatto notare il cardinale, «si sono sacrificati per il loro rifiuto di piegarsi agli idoli del ventesimo secolo: il comunismo, il nazismo, l’ideologia dello Stato o della razza. Tanti altri sono caduti vittime nel corso di conflitti etnici o tribali. Religiosi e religiose che hanno vissuto la loro consacrazione fino all’effusione del sangue, uomini e donne credenti che sono morti offrendo la loro vita per i più poveri e i più deboli». Tutti «testimoni della fede», ha affermato il cardinale Parolin, che «non hanno considerato il proprio tornaconto, il proprio benessere, la propria sopravvivenza come i valori più grandi», ma hanno anteposto a tutto questo «la fedeltà al Vangelo» e «pur nella loro debolezza hanno opposto una strenua resistenza al male». «Questa forza attraversa la Chiesa e le nostre comunità cristiane», ha esclamato il porporato: «Sono cattolici, ma anche ortodossi, evangelici, anglicani». «Una forza che il mondo non conosce e che si manifesta come sconfitta e umiliazione di quanti soffrono a causa del Vangelo».