Vita Chiesa
Papa in Terrasanta: card. Sandri, «La Chiesa è dalla parte di chi soffre»
In un’intervista in uscita sul numero di marzo-aprile del bimestrale Terrasanta, il cardinale ricorda che «il viaggio avrà fondamentalmente un significato ecumenico, sulla scia di un interrogativo che c’interpella tutti e che è sempre più incomprensibile: perché siamo divisi? Perché se tutti crediamo in Cristo stiamo dando questo spettacolo di divisione? È enormemente significativo – aggiunge Sandri – che il Papa incontrerà il patriarca Bartolomeo e lo abbraccerà esattamente come 50 anni fa si abbracciarono Paolo VI e Atenagora proprio nel Santo Sepolcro, che rappresenta il luogo in cui si avverte maggiormente la divisione dei cristiani.
Nell’intervista il prefetto si sofferma anche sull’annosa trattativa con Israele per la restituzione del Cenacolo, intesa come un possibile gesto verso Papa Francesco: «Le sorprese non sono da escludere, specialmente da un popolo sensibile alle istanze religiose come il popolo d’Israele, un popolo che capisce l’importanza di questo luogo per i cristiani, e per i cattolici in particolare». Un gesto come la restituzione, spiega il cardinale Sandri, «sarebbe magnifico non solo perché sarebbe un atto unilaterale, ma soprattutto come gesto di corrispondenza all’amore che Papa Francesco dimostra per il popolo ebraico, e che tutti manifestiamo per la fede di Abramo».
«Una visita importante e significativa che allontana gli ostacoli sulla via dell’unità dei cristiani». Da Nazareth, dove ieri ha celebrato la messa per la festa dell’Annunciazione, il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, è tornato a parlare della prossima visita di Papa Francesco in Terra Santa. Un viaggio atteso che «malgrado la sua rapidità, riveste un’immensa importanza poiché il Pontefice è un apostolo della carità, della pace e della riconciliazione, l’amico dei poveri, degli oppressi». «Con semplicità e umiltà – ha aggiunto il patriarca – si è dimostrato l’apostolo della famiglia, il suo difensore, il difensore dei suoi diritti. E’ stato lui che ha fermato una guerra contro la Siria che minacciava di mettere a ferro e fuoco tutta la regione». Twal ha poi ricordato che «la famiglia è la pietra angolare della trasmissione della fede. Nel nostro Paese, nella nostra diocesi, dimora unita grazie ai legami della religione e della fede, delle buone tradizioni ereditate dai nostri avi». Tuttavia, ha ravvisato il patriarca, «si stanno verificando delle sfide che arrivano dall’interno, di natura politica, economica, morale e sociale, e dall’esterno, sotto forma di pensiero nuovo e di vita nuova, estranei alla nostra religione, moralità e patrimonio. Sfide importanti – ha concluso Twal – da non temere se resteremo uniti alla santa Famiglia di Nazareth».