Vita Chiesa

Francesco, Angelus: «L’amore al prossimo atteggiamento fondamentale»

Commentando il passo del Vangelo nel quale si parla dell’atteggiamento di Gesù rispetto alla legge ebraica, il Pontefice ha ricordato che per Gesù il «compimento» della legge «richiede una giustizia superiore, una osservanza più autentica». Ma che cosa significa questo «pieno compimento» della legge? E questa giustizia superiore in che cosa consiste? «Gesù stesso – ha chiarito il Santo Padre – ci risponde con alcuni esempi. Gesù era pratico, parlava sempre con gli esempi per farsi capire». Inizia dal quinto comandamento del decalogo: «non uccidere». «Gesù ci ricorda che anche le parole possono uccidere – ha osservato Francesco -! Quando si dice di una persona che ha la lingua di serpente, cosa si vuol dire? Che le sue parole uccidono! Pertanto, non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare su di lui il veleno dell’ira e colpirlo con la calunnia. Neppure sparlare su di lui». Ma non basta: «Arriviamo alle chiacchiere: le chiacchiere, pure, possono uccidere, perché uccidono la fama delle persone! È tanto brutto chiacchierare!».

«All’inizio – ha proseguito il Papa – può sembrare una cosa piacevole, anche divertente, come succhiare una caramella. Ma alla fine, ci riempie il cuore di amarezza, e avvelena anche noi». Il Pontefice ha confidato: «Vi dico la verità, sono convinto che se ognuno di noi facesse il proposito di evitare le chiacchiere, alla fine diventerebbe santo! È una bella strada!». Poi la domanda i pellegrini presenti: «Vogliamo diventare santi? Sì o no?». E la gente ha risposto: «Si!». «Vogliamo vivere attaccati alle chiacchiere come abitudine? Sì o no?», ha rilanciato il Santo Padre. La risposta della piazza è stata «No!». «Allora – ha affermato Francesco – siamo d’accordo: niente chiacchiere!». Gesù, ha aggiunto, «propone a chi lo segue la perfezione dell’amore: un amore la cui unica misura è di non avere misura, di andare oltre ogni calcolo. L’amore al prossimo è un atteggiamento talmente fondamentale che Gesù arriva ad affermare che il nostro rapporto con Dio non può essere sincero se non vogliamo fare pace con il prossimo». Perciò, rifacendosi alle parole di Gesù, il Papa ha sottolineato: «Siamo chiamati a riconciliarci con i nostri fratelli prima di manifestare la nostra devozione al Signore nella preghiera». (segue)

«Da tutto questo si capisce che Gesù non dà importanza semplicemente all’osservanza disciplinare e alla condotta esteriore – ha sostenuto il Santo Padre -. Egli va alla radice della legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie». Perciò, «per ottenere comportamenti buoni e onesti non bastano le norme giuridiche, ma occorrono delle motivazioni profonde, espressione di una sapienza nascosta, la Sapienza di Dio, che può essere accolta grazie allo Spirito Santo. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito, che ci rende capaci di vivere l’amore divino». Alla luce di questo insegnamento, ha dichiarato Francesco, «ogni precetto rivela il suo pieno significato come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono nel più grande comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso». Dopo l’Angelus, il Papa ha salutato, tra gli altri, i numerosi fedeli della Repubblica Ceca che hanno accompagnato i loro vescovi nella visita ad limina, e quelli spagnoli provenienti dalle diocesi di Orihuela-Alicante, Jerez de la Frontera, Cádiz e Ceuta. Un saluto anche al Movimento Giovanile Guanelliano e al gruppo di militari italiani.