Vita Chiesa
Russia: Chiesa Ortodossa dice no a battesimo bambini nati in utero in affitto
Il documento è stato adottato dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa che si è riunito a fine anno ma poiché la posizione presa ha suscitato dibattiti, è di oggi una versione francese del testo in cui si può leggere integralmente il documento. È la prima volta che una Chiesa cristiana prende una posizione così esplicita sulla questione. D’altronde la maternità surrogata è una pratica già da tempo largamente diffusa in Russia ed è regolata dalla legislazione in materia. Coppie straniere provenienti da Paesi con legislazioni più restrittive non di rado si recano in Russia per accedere a questa pratica. Da qui anche la ragione per cui la Chiesa russa ha deciso di interrogarsi sull’atteggiamento pastorale e non solo etico rispetto al fenomeno. Il Santo Sinodo chiarisce subito che «il bambino non è responsabile per le azioni dei suoi genitori e non è colpevole del fatto che la sua nascita sia stata associata ad una tecnologia riproduttiva condannata dalla Chiesa. D‘altra parte – si legge nel documento – la responsabilità dell’educazione cristiana del bambino è responsabilità dei genitori e dei padrini».
La questione quindi si gioca tutta sulla consapevolezza da parte dei genitori e dei padrini di aver compiuto un atto (la maternità surrogata) contraria all’insegnamento della Chiesa e sul loro «pentimento». Pertanto, «il rifiuto di battezzare il bambino corrisponde alla tradizione ortodossa, che richiede il consenso presunto dei battezzati – nel caso del battesimo di un bambino, i suoi genitori e i suoi padrini – con l‘ insegnamento della Chiesa. Tale rifiuto avrà anche un significato pastorale in quanto la società avrà dalla Chiesa un chiaro segnale che la pratica di “maternità surrogata ” è da un punto di vista cristiano inaccettabile». La via di uscita pertanto sta nelle mani degli stessi genitori: il bambino cioè può essere battezzato nel caso i suoi genitori «si rendono conto che, da un punto di vista cristiano, una tale tecnologia di riproduzione è moralmente riprovevole». Solo in questo caso la Chiesa può assicurarsi che un bambino battezzato sia cresciuto secondo la fede ortodossa e la morale cristiana.