Vita Chiesa
Campobasso città di pace
Un messaggio forte. «Può sembrare un momento ripetuto che con gli anni perde efficacia – osserva monsignor Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei -. In realtà la marcia vuole dare un messaggio forte, attraverso il digiuno e la testimonianza dello spirito di fraternità». «Campobasso ospiterà la marcia la sera del 31 dicembre – precisa l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, monsignor Gian Carlo Bregantini, presidente della Commissione lavoro, giustizia e pace della Cei – con quel sapore di secca contestazione che vuol trasformare un veglione spendereccio in un’austera marcia di speranza, pur in un tempo freddo e gelido». A sua volta, il segretario nazionale dell’Azione Cattolica, Luigi Borgiani, sottolinea il carattere itinerante della marcia, che ogni anno viene organizzata in una città diversa, «per coinvolgere la popolazione e gettare semi di pace che poi frutteranno».
Tanti testimoni per riflettere e pregare. Tra i testimoni che interverranno alla marcia spiccano il giornalista de «La Stampa» Domenico Quirico, reduce da un lungo sequestro in Siria; Agostino Burberi, allievo di don Milani; don Franco Esposito, cappellano del carcere di Poggioreale di Napoli. Il percorso partirà alle 16.30 dalla chiesa di san Giuseppe Artigiano, arriverà alla mensa Caritas, quindi all’Aula Magna dell’Università degli studi del Molise dove ci sarà una sosta per un incontro culturale e testimonianze dei relatori. I partecipanti si fermeranno, poi, al carcere di Campobasso per un momento di riflessione e di preghiera. Passando davanti al Municipio, il corteo di dirigerà verso il centro storico per una tappa a S. Antonio Abate, luogo ecumenico delle diverse culture. La marcia si concluderà in cattedrale con la celebrazione eucaristica alle 22.30 (in diretta su Tv2000) e con lo scambio di auguri equo-solidali a mezzanotte sulla piazza.
Una croce per non dimenticare Lampedusa. Ad aprire il corteo ci sarà la «croce di Lampedusa» di 1 metro e mezzo di dimensioni, costruita con le assi delle barche che hanno trasportato i migranti nel Mare Nostrum. La croce è stata realizzata da un falegname di Lampedusa. Il significato simbolico della croce è quello di avere, durante la marcia, la presenza di chi non ce l’ha fatta morendo in mare e di chi, pur sopravvivendo, è rimasto prigioniero in Italia. La croce, voluta da Pax Christi, vuole essere un monito «per non dimenticare e sentirci responsabili dell’accoglienza fraterna di queste persone. È il grido contro la legge che dichiara illegale l’essere umano», come hanno dichiarato gli organizzatori di Pax Christi.
Campobasso, Città della pace per il 2014. A onorare la marcia ci sarà anche Michele del Giudice, camminatore e pellegrino simbolo della Via Francigena a piedi da Canterbury a Gerusalemme, in compagnia del Bordone della pace. È prevista inoltre la partecipazione di 1.600 pellegrini, marciatori per la pace, che animeranno l’itinerario con la celebrazione eucaristica conclusiva in cattedrale. «Vi invito tutti a partecipare alla Marcia e per chi non potrà seguire il percorso, invito a porre sulla finestra o sui balconi un lumino, ‘Luce della pace’ – ha affermato monsignor Bregantini -. Su questo percorso noi, come città di Campobasso, chiamata a essere città della pace per il 2014, ricorderemo in particolare il vescovo monsignor Secondo Bologna che si è offerto vittima per salvare la nostra bella città dalle distruzioni della guerra, il 10 ottobre 1943».