Vita Chiesa
Pace in Siria, Pisa: mons. Benotto, pace vera è assicurare dignità a tutti
Hanno affiancato l’Arcivescovo i giovani seminaristi, con accompagnamento d’organo ai canti curato dal maestro Riccardo Gnudi. Tra i partecipanti, alcuni sacerdoti e suore, rappresentanti della Deputazione dell’Opera Primaziale Pisana e delle associazioni cattoliche, tra le quali l’Unitalsi. Assenti le istituzioni, civili e militari, cui erano comunque state riservate le sedie delle prime file, come da consuetudine durante i “grandi eventi” che si celebrano in Duomo. Quello dello scorso sabato sera è stato si un grande evento, ma sentito e vissuto soprattutto dal popolo dei fedeli, che ha pregato per un’ora e mezza unito al pastore della chiesa pisana.
Durante la sua omelia mons. Benotto ha ripreso il passo finale della preghiera per la pace recitata davanti all’icona della Madonna: “La prima pace che dobbiamo raggiungere è quella del cuore liberato dal peccato…così purificati possiamo farci costruttori di pace, in modo che la città dell’uomo possa diventare il cantiere laborioso in cui si realizza la salvezza di Cristo che è la pace vera e duratura”. Questi pensieri, ha detto, “ci aiutano a dare senso compiuto all’incontro di stasera, per cogliere qual è il messaggio per ciascuno di noi sul tema della pace”. Ha rilevato: “La pace è un dono che viene dall’alto, un dono che Dio fa all’umanità, che scaturisce dal suo cuore e che ritroviamo sulle labbra di Gesù risorto, segnando tutto il suo cammino”. Ma “la sua pace” non è come quella del mondo, che l’Arcivescovo ha definito “un aggiustamento di situazioni di conflitto”. La pace vera è “comunione tra i fratelli ed esperienza di comunione con Dio, è dono gratuito d’amore che va accolto e passa attraverso il nostro cuore. Ma è difficile sperimentare il dono autentico della pace dove Dio viene estromesso, difficile quanto far sgorgare una sorgente nel deserto”.
“Siamo educati alla pace, all’accoglienza dell’altro, all’ascolto e al perdono?”, si è interrogato l’Arcivescovo, rilevando anche che non basta la buona volontà: “Occorre diventare veri operatori di pace (è una delle beatitudini), prima ospitando la pace nel cuore, liberato dal peccato e purificato, poi seminandola nelle relazioni personali, sociali, in famiglia”. Ha concluso l’Arcivescovo Giovanni Paolo Benotto: “Pace vera è assicurare dignità di tutti e verso il creato. Non possiamo rimanere addormentati quando la dignità è oscurata: pace è tutto, o non è”.
E’ seguita l’adorazione silenziosa del Santissimo Sacramento esposto sull’altare, preceduta e seguita da canti. E’ stato il momento più toccante della veglia, terminata con il ringraziamento dell’Arcivescovo per la grande risposta dei fedeli, da lui invitati a continuare a pregare il giorno successivo, domenica 8, festa della natività di Maria, “cui affidare il cammino della pace”.