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Congo, dopo la morte dell’ambasciatore Attanasio continua la strage dei civili

Continua la strage silenziosa di civili innocenti nel Nord Kivu, la provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo, dove il 22 febbraio sono stati uccisi l’Ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio, il carabiniere di scorta, Vittorio Iacovacci, e l’autista congolese Mustafa Milambo

“Con grande sgomento riportiamo la notizia di tre attacchi perpetrati da terroristi ADF/MTM nell’intervallo da martedì 23 a mercoledì 24 febbraio 2021” riferisce una nota inviata all’Agenzia Fides dal CEPADHO (Centro Studi per la Pace, la Democrazia e i Diritti Umani), una Ong locale che da anni documenta e denuncia gli attacchi contro la popolazione civile nel Nord Kivu. Le Forze Democratiche Alleate, gruppo di origine ugandese ha assunto da alcuni anni la denominazione Madinat Tawhid wa-l-Muwahidin (MTM, “La città del monoteismo e dei monoteisti”), avvicinandosi ai gruppi jihadisti mediorientali, anche se la sua presunta “affiliazione” allo Stato Islamico è oggetto di controversie e speculazioni.

Secondo il CEPADHO gli attacchi sono stati perpetrati nei territori del Beni (nel Nord Kivu) e dell’Irumu (nell’Ituri) ed hanno causato almeno 23 morti tra i civili, tra cui: 17 a Kisima nel settore di Ruwenzori, uno a Oicha (capitale del Territorio del Beni), 2 a Kokola nel Settore di Beni-Mbau nel Territorio di Beni e 3 a Kpolimumu nel territorio di Irumu.Il triplo attacco è avvenuto il giorno dopo la strage di 5 civili a Musandba (5 km a nord ovest di Oicha) nel settore Beni-Mbau e una serie di imboscate sull’asse stradale Beni-Kasindi.