Vita Chiesa
Rodolfo Cetoloni, il vescovo col saio
Mentre tutto il mondo impara ad amare un Papa che ha scelto il nome di Francesco, Grosseto si prepara ad accogliere un vescovo francescano, che al Santo di Assisi ha ispirato la sua vita: «Questa veste francescana è una ricchezza che ho ricevuto e che mi porto dietro, anche nell’episcopato. È una veste che apre molte strade e crea molte speranze, non vorrei in questo senso provocare delusioni…». Frate Minore dal 1962, padre Rodolfo Cetoloni è stato consacrato vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza il 20 maggio del 2000. Adesso si prepara a trasferirsi a Grosseto, dove inizierà il suo ministero episcopale il 10 agosto, nella festa di San Lorenzo.
Una nomina accettata nell’obbedienza…
«Sì, per me è stata una meraviglia, anche se il timore c’era. Ho manifestato la mia perplessità, come avevo fatto quando dal convento di Fiesole mi hanno chiamato per venire a fare il vescovo a Montepulciano. Poi di fronte all’insistenza e alla fiducia della Chiesa ho accettato: non me la sono mai sentita di mettere un “no” tra me e la Chiesa. E il sì è totale, con tutte le conseguenze: il distacco da una realtà vissuta da 13 anni, la disponibilità piena a quello che mi è chiesto. Vado a mani aperte, a cuore aperto, con ancora più tremore di 13 anni fa perché ora sono anche cosciente di quello che significa guidare una diocesi, ma anche con la fiducia che è una chiamata di Dio, e che ogni Chiesa locale è una realtà di Dio a cui vale la pena dedicare la vita. Mi è stata regalata questa vita nella Chiesa e non la posso tenere per me: questo è quanto ho in fondo all’anima».
Di quali stati d’animo è lastricata la sua strada verso Grosseto?
«C’è tutto: dalla gioia, alla perplessità, alla speranza. Ma soprattutto serenità. Anche perché ho in mente le parole di Benedetto XVI nella sua ultima udienza, che ho ascoltato a Roma: la Chiesa è di Dio».
Questi sono anche giorni di bilanci e di attese…
«C’è una percezione di questi 13 anni che viene ancora di più a galla: di tante cose forse non mi rendevo conto, i passi fatti, le esperienze, i limiti, l’affetto, la stima di tanta gente… Poi c’è l’attesa di conoscere una Chiesa di cui per ora ho solo poche informazioni: sarà l’impegno dei primi mesi. Vado con molta libertà interiore e con molta attenzione verso ciò che la diocesi di Grosseto vive già e in cui io non farò che inserirmi».
Se guarda al cammino fatto con la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, cosa vede?
«C’è la presa di coscienza di un itinerario fatto, di relazioni umane intessute, sia con i laici che con il clero… C’è l’impegno messo nel camminare insieme: una diocesi piccola consente di crescere passo dopo passo, seguendo le diverse situazioni, sia dal punto di vista pastorale che nella gestione dei beni ecclesiali, con un grande senso di corresponsabilità e di condivisione. C’è il servizio al territorio: in questo senso mi hanno fatto piacere le espressioni molto fraterne di alcuni sindaci in questi giorni».
Nei giorni di Papa Francesco, Grosseto si prepara ad accogliere un vescovo francescano…
«La presenza di Papa Francesco, questo atteggiamento che si vede crescere nel mondo di fiducia e di speranza verso la Chiesa, mi incoraggia ma mi impegna anche. Leggevo in questi giorni un commento di Dino Boffo, tutti in questo momento ammiriamo e applaudiamo Papa Francesco, ma dobbiamo soprattutto cominciare ad imitarlo. La mia nomina a Grosseto è uno dei primi atti di Papa Francesco: credo che questo mi dia un impegno e un grande aiuto. Nel giorno del rinnovo delle promesse di fede dei vescovi italiani, durante l’assemblea generale della Cei, lo salutai dicendogli che era colpa sua per questo cambiamento nella mia vita, ma che lo ringraziavo anche per il buon esempio che ci dà. Mi rispose con un sorriso profondo e un abbraccio. Credo che per la Chiesa sia un momento importante nel senso dell’immediatezza, della verità, della trasparenza, della fraternità, della coerenza. Questo Papa è vero, diretto, è quello che appare, anche nel rapporto personale: anch’io credo nella verità dei rapporti. Questo senza sfuggire a un ruolo che comporta anche prese di responsabilità. Sento dire che i maremmani abbiano nel loro carattere questa immediatezza, questa verità nel parlare: questo è anche il sentimento con cui vorrei andare da loro».
Conosce già qualcosa della sua nuova Diocesi?
«So che in questi anni ha camminato molto, sta facendo il Sinodo, ha esperienze nuove e interessanti. Realtà che aspetto di conoscere: chiedo alle persone che incontrerò, ai laici e ai sacerdoti, di aiutarmi a cogliere l’anima di questa Chiesa».
Lei si è sempre occupato molto, tra i Frati Minori e poi come Vescovo, di giovani e di vocazioni, fin dai tempi della prima «Marcia francescana». Continuerà anche a Grosseto?
«Certamente seguirò il contatto col mondo giovani, come ho sempre fatto, appoggiandomi a quello che c’è già. Grazie a Dio Grosseto dal punto di vista vocazionale, in virtù anche di un bel lavoro fatto dal Centro vocazioni, ha qualche frutto: conosco già alcuni dei seminaristi, che studiano al Seminario di Siena. Arrivo trovando già una messe pronta, un seminarista che può essere ordinato sacerdote e tre che possono essere ordinati diaconi».
Il territorio di Grosseto risente, come tutta la Toscana, dei problemi causati dalla crisi: come li affronterà?
«Da quello che mi dicono anche nel territorio di Grosseto ci sono situazioni di difficoltà economiche. Cosa può fare la Chiesa? Prima di tutto condividere. So che per esempio c’è un grosso impegno della Caritas. Poi ascoltare, riflettere e avanzare proposte, seguendo anche le linee emerse durante la Settimana sociale di Pistoia».
Lei è molto legato alla Terra Santa: manterrà questi rapporti?
«Lo spero. Già alcuni anni fa ho guidato un pellegrinaggio della diocesi di Grosseto in Terra Santa; e la Chiesa grossetana, anche con il vescovo Agostinelli, ha già aperto molti contatti. Trovo un terreno già arato, e forse è il terreno su cui so lavorare meglio. Al mio ingresso ci sarà il parroco di Gerusalemme, padre Ibrahim Faltas, e forse anche il nuovo sindaco di Betlemme, che conosco bene».
La Messa di «ingresso» nella festa di S. Lorenzo
Mons. Rodolfo Cetoloni farà il suo «ingresso» in diocesi di Grosseto sabato 10 agosto, nella festa del patrono San Lorenzo, con la Messa in Cattedrale alle 10,30. La domenica precedente, il 4 agosto, celebrerà la Messa alle 17 nella Cattedrale di Montepulciano per salutare la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza di cui manterrà comunque la carica di Amministratore Apostolico in attesa della nomina del suo successore.