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Cristiani perseguitati: rev. Para-Mallam (Nigeria) ad Acs, “abbattete il muro del silenzio e invocate il rilascio di Leah Sharibu!”
“Perché il mondo resta inerte e guarda mentre lei rimane ingiustamente prigioniera? Abbattete il muro del silenzio e invocate il rilascio di Leah Sharibu!”: è l’appello del reverendo Gideon Para-Mallam, missionario protestante e presidente della Para-Mallam Peace Foundation che chiede la liberazione di Leah Sharibu, giovanissima cristiana nigeriana, che è stata catturata, all’età di 14 anni, dall’Iswap (Islamic State in West Africa Province), una fazione riconducibile al gruppo terroristico islamista Boko Haram, il 19 febbraio 2018, esattamente tre anni fa.
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Parlando con Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) il missionario, che è in stretto contatto con la famiglia della rapita, afferma che la ragazza sarebbe ancora viva. “Leah è stata vista dalla madre Rebecca a fine gennaio 2018, in una scuola a Dapchi, Stato di Yobe, nel Nord Est – ricorda il missionario -. Lo Stato di Yobe è ritenuto il luogo di formazione di Boko Haram e ora, insieme allo Stato di Borno, un epicentro delle sue operazioni. Tuttavia, dal 19 febbraio 2018, quando l’Iswap ha invaso la scuola e sequestrato 110 ragazze insieme a Leah Sharibu, quest’ultima non è stata più vista da alcuno dei suoi parenti. Un mese dopo, quando tutte le 110 ragazze sono state liberate”, prosegue il reverendo, “Leah è stata trattenuta perché ha rifiutato di rinunciare alla sua fede in Cristo”.
A fine ottobre 2018 i rapitori hanno comunicato che Leah e altre come Alice Ngaddah, operatrice umanitaria Unicef, sarebbero state schiave a vita e, di conseguenza, sarebbero diventate le mogli di alcuni loro comandanti. Dubbi anche sulla presunta conversione della giovane all’islam: “Volontaria o forzata? Conversioni coatte all’Islam durante il sequestro dovrebbero essere considerate alla stregua di conversioni volontarie?”, domanda il missionario che ricorda anche che “Leah è stata trattenuta perché alla tenera età di 14 anni ha deciso di restare fedele alla sua fede cristiana”. Para-Mallam invita a non dimenticare gli altri prigionieri ignorati dal mondo: “Prego per Leah e altri come Alice Ngaddah, Grace Tuka, Lillian Daniel Gyang, il pastore Lawrence Zongo e altre due donne, tutti cristiani e tutti prigionieri sconosciuti”.
Non sono casi isolati: “Oltre a Leah alcune delle ragazze di Chibok sono ancora disperse. Tristemente, altre 27 alunne sono state sequestrate due giorni fa a Kagara, nello Stato del Niger, in Nigeria. Mi sembra che ci siano troppe aree non governate in Nigeria, la nostra sicurezza di conseguenza è compromessa”. Infine un appello ai benefattori di Acs perché “sostengano concretamente la famiglia di Leah. Esigete dal vostro governo che usi il suo potere e i canali diplomatici per portare la questione all’attenzione del nostro presidente e delle altre strutture di potere rilevanti in Nigeria affinché agiscano per liberare Leah e gli altri sequestrati”.