Vita Chiesa
Buddisti e cristiani: mons. Bianchi, «Imparare a vivere insieme»
L’incontro è iniziato con due minuti intensi di silenzio e di preghiera e con l’accensione della tradizionale lampada della pace alla quale i rappresentanti della Chiesa cattolica, monaci e monache delle diverse tradizioni buddiste hanno posto una candela accesa. “Sono certo – ha detto il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso – che le nostre parole, i nostri pensieri, i nostri gesti di pace contribuiscono a favorire una mentalità di pace e di incontro. L’ignoranza, la paura, l’ostilità, i pregiudizi, l’individualismo, l’esclusione, la violenza spargono i semi della divisioni nel mondo”. È questo il ruolo che le religioni possono svolgere, quello di “favorire l’incontro, superare i pregiudizi e creare amicizie nuove”.
In un tempo poi in cui «la mobilità e le comunicazioni hanno reso le differenze culturali e religiose sempre più vicine» «siamo quasi destinati ad incontrarci, ad interagire e a convivere», ha detto monsignor Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia e presidente delle commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Cei.
«Si tratta allora – ha aggiunto il vescovo italiano – di fare di questa coabitazione frutto della storia della modernità e delle dinamiche migratorie una convivenza. Dobbiamo imparare a vivere insieme e i credenti possono offrire il loro contributo». «L’uno accanto all’altro», davanti «ai grandi problemi e alle grandi domande del mondo contemporaneo», buddisti e cristiani condividono «la preoccupazione per il futuro, la sollecitudine per le nuove generazioni, la custodia del creato, la difesa della pace nei cuori e nei rapporti tra i popoli». «Si tratta – ha concluso il vescovo – di fondare un nuovo umanesimo per il terzo millennio e le religioni con le loro tradizioni e le loro risorse rappresentano una riserva di umanità, di valori, di apertura al trascendente che possono contribuire a questa rifondazione».