Vita Chiesa
Santa Sede: cristiani e buddisti insieme contro la «disumanizzazione della persona»
Nel documento, diffuso oggi e firmato dal presidente del competente dicastero pontificio, cardinale Jean-Louis Tauran, si cita la «Nostra Aetate» per ricordare che «la Chiesa cattolica nulla rigetta di ciò che è vero e santo» nelle altre religioni: di qui il «sincero rispetto» della Chiesa cattolica per la «nobile tradizione religiosa» buddista e la «consonanza» su valori come «rispetto per la vita, contemplazione, silenzio, semplicità».
«Il nostro autentico dialogo fraterno esige che noi buddisti e cristiani facciamo crescere ciò che abbiamo in comune, e specialmente il profondo rispetto per la vita che condividiamo», si legge nel messaggio, in cui si cita il primo precetto buddista, quello ad «astenersi dal distruggere la vita di ogni esser senziente, proibendo così l’uccisione di se stessi e degli altri». Il quinto comandamento cristiano, «non uccidere», è «in perfetta armonia» col primo precetto buddista. Eppure, «malgrado questi nobili insegnamenti sulla santità della vita umana, il male contribuisce in diverse forme alla disumanizzazione della persona, attenuando il senso di umanità degli individui e delle comunità». Una «situazione tragica», questa, scrive il cardinale Tauran, che «esige che noi, buddisti e cristiani, uniamo le forze per smascherare le minacce alla vita umana e risvegliare la coscienza etica dei nostri rispettivi seguaci per generare una rinascita spirituale e morale degli individui e delle società al fine di essere veri operatori di pace, amando, difendendo e promuovendo la vita umana in tutte le sue dimensioni».