Vita Chiesa
Betlemme: Abuna Mario, una messa sotto gli ulivi contro il Muro
Una Messa sul tracciato del Muro. Oggi pomeriggio alle 15,30 nella valle di Cremisan, l’area verde di Betlemme, Abuna Mario Cornioli, sacerdote fiesolano «fidei donum» a Beit Jala, celebrerà l’Eucarestia sotto gli ulivi che rischiano di essere tagliati perché si trovano sul tracciato previsto per il Muro di Separazione eretto su disposizione delle autorità israeliane. Abuna Mario lancia anche un’appello: è importante essere lì oggi «per gridare verso il cielo che è giunto il momento di dare giustizia a questa terra e che solo la giustizia porterà pace e sicurezza: allora salvare gli ulivi di Cremisan, può essere il primo passo verso una strada nuova di riconciliazione e di comunione!».
Non è la prima volta che il sacerdote celebra sotto gli ulivi di Cremisan. Ma questa volta c’è un appuntamento speciale. «Unitevi a noi nella preghiera – scrive nell’appello – e che Dio illumini i giudici israeliani!». Sì, perché la prossima settimana la Corte di appello di Tel Aviv dovrebbe pronunciarsi sui ricorsi presentati contro il proseguimento dei lavori dai proprietari dei terreni interessati, tra i quali figura anche la locale Casa dei Salesiani.
«Quale mente folle – si chiede Aduna Mario – può aver disegnato il tracciato di questo vergognoso muro di divisione? Si può intuire, anche se dal vivo si capisce meglio, che il muro non ha nessun motivo di sicurezza in questa zona ma serve solo a rubare la terra delle nostre famiglie e a strozzare e rendere impossibile la vita della nostra comunità. Il muro dividerà. Il muro separerà. Il muro frammenterà. Il muro devasterà uno degli ambienti naturali più belli di tutta la Terrasanta».
Non solo. perché il muro «ruberà la terra di oltre 50 famiglie cristiane» e «porterà via una intera valle che è sempre stata BetJala». «Lo testimonia il fatto – continua – che il Convento dei Salesiani di Cremisan è dal 1885 che domina la valle e le sue pinete e le sue vigne hanno sempre dato ombra e un buon vino alla nostra gente! Anche gli ulivi hanno dato i loro frutti e il loro olio a tante famiglie che rischiano di perdere l’unica fonte di reddito sicuro e certo».
Ora il futuro è nelle mani dei giudici israeliani. «Senza fermarsi troppo sulla legittimità della Corte Israeliana di decidere su una terra che non gli appartiene – sottolinea – non abbiamo troppe speranze in uno strumento che è sicuramente di parte. Ma allora cosa possiamo fare? Io vi ho raccontato in questo ultimo anno cosa abbiamo fatto : dall’ottobre 2011 abbiamo iniziato a celebrare l’Eucaristia sotto gli ulivi che rischiano di essere tagliati. Abbiamo pensato ad un altro luogo pieno di Ulivi e di significato: il Getsemani! In quel giardino gli ulivi hanno assistito Gesù nella sua passione e nella sua sofferenza. Oggi – conclude Abuna Mario – siamo noi, insieme a Gesù, a soffrire e a vivere la passione dei nostri ulivi e delle nostre terre».