Vita Chiesa

Dalla Croazia un invito alla riconciliazione

di M. Michela Nicolais “Dopo i tempi duri della guerra, che ha lasciato negli abitanti di questa regione ferite profonde non ancora completamente rimarginate, l’impegno per la riconciliazione, la solidarietà e la giustizia sociale richiede il coraggio di individui animati dalla fede, aperti all’amore fraterno, sensibili alla difesa della dignità della persona, fatta ad immagine di Dio”. Questo l’appello lanciato da Giovanni Paolo II ad Osjiek, durante la Messa celebrata il 7 giugno all’aeroporto sportivo, al centro della quale c’è stato uno dei temi di fondo del 100° viaggio apostolico del Santo Padre: quello della riconciliazione tra serbi e croati, in un Paese ancora segnato dalla guerra dei primi anni novanta tra i Paesi dell’ex Jugoslavia.

Di seguito, alcuni “spunti” tratti dai discorsi pronunciati dal Papa nel corso del suo 100° viaggio apostolico (il terzo in Croazia), in cui il Santo Padre ha esordito ricordando l’attualità dei valori del cristianesimo per il futuro di ogni nazione ed auspicando per la Croazia l’ingresso a pieno titolo nell’Unione europea.

No alle divisioni, “siate il popolo della speranza”. In una società “drammaticamente frammentata e divisa”, e proprio per questo “disperatamente insoddisfatta”, il cristiano “non si rassegna alla stanchezza e all’inerzia”, ma cerca di “superare ogni dispersione e ricucire ogni lacerazione” grazie all’aiuto dello Spirito. Lo ha detto il Papa, nell’omelia pronunciata l’8 giugno durante la Messa al “Delta” di Rijeka (Fiume). Una Chiesa “sempre in stato di Pentecoste”: questo il tema di fondo dell’omelia, nella solennità della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, al centro della quale – allora come oggi – c’è una Chiesa “sempre raccolta nel Cenacolo a pregare” e, al tempo stesso, “sempre per strada ad annunciare”. Poi il riferimento all’attualità: “L’odierna società – ha denunciato il Papa – è drammaticamente frammentata e divisa. Proprio per questo è così disperatamente insoddisfatta. Ma il cristiano non si rassegna alla stanchezza e all’inerzia. Siate il popolo della speranza!”. Altro tema ricorrente di quest’ultimo viaggio apostolico, la riconciliazione tra i credenti: “Il desiderio di Cristo – ha ricordato, infatti, il Santo Padre – è che tutti siano uno in Lui, perché in tutti vi sia la pienezza della sua gioia. Questo desiderio Egli lo esprime anche oggi, per la Chiesa che siamo noi. Per questo Egli ha inviato, insieme con il Padre, lo Spirito Santo. Lo Spirito è instancabilmente all’opera per superare ogni dispersione e ricucire ogni lacerazione”.

Il “genio della donna” e la “missione materna” della Chiesa. Un omaggio al “genio della donna”, “sostegno importante per l’esistenza di ogni persona”, “presenza indispensabile” nella famiglia, nella società e nella Chiesa. Nell’omelia per la Messa di beatificazione di Suor Marija di Gesù Crocifisso Petkovic, fondatrice delle Suore Figlie della Misericordia, pronunciata il 6 giugno nel porto turistico di Dubrovnik, il Papa ha invitato tutte le donne “a diventare un sostegno importante per l’esistenza di ogni persona”, e ha ammonito: “Lo svolgersi frenetico della vita moderna può condurre all’offuscamento e addirittura alla perdita di ciò che è umano. Forse più che in altre epoche della storia, il nostro tempo ha bisogno di quel ‘genio’ della donna che assicuri la sensibilità per l’uomo in ogni circostanza'”, come recita la Mulieris Dignitatem. Di qui l’appello del Pontefice: “Donne croate, consapevoli della vostra altissima vocazione di ‘spose’ e di ‘madri’, continuate a guardare ad ogni persona con gli occhi del cuore, ad andarle incontro e ad esserle accanto con la sensibilità che è propria dell’istinto materno. Nella famiglia, nella società, nella comunità ecclesiale la vostra presenza è indispensabile”.

“Aiutaci a testimoniare in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita; insegnaci a edificare con Te il regno del tuo Figlio, regno di giustizia, di amore e di pace”. Sono gli ultimi versi della “preghiera mariana” con cui Giovanni Paolo II ha inaugurato l’ultimo giorno del suo 100° viaggio apostolico. Proprio la figura di Maria, infatti, è stata la protagonista della Celebrazione della Parola, presieduta dal Papa al “Forum” di Zadar (Zara) il 9 giugno. “Come nel giorno della Pentecoste – ha esordito il Santo Padre – la Vergine ha continuato a restare spiritualmente in mezzo ai fedeli nel corso dei secoli, per invocare la costante effusione dei doni dello Spirito sulla Chiesa alle prese con le sfide emergenti nelle diverse epoche della storia”. E’ questa, per il Papa, la “missione materna” di Maria, “testimone delle origini” e “garante della fedeltà delle generazioni cristiane”, “modello di quanti ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica”, voce dei “poveri” e degli “umili di tutti i tempi”.

Famiglia e giovani: il “futuro”. “La famiglia richiede oggi, anche in Croazia, un’attenzione privilegiata e provvedimenti concreti che ne favoriscano e tutelino la costituzione, lo sviluppo e la stabilità”. E’ l’appello lanciato dal Papa da Rijeka (Fiume), l’8 giugno. “Aiutando la famiglia – ha proseguito il Papa – si contribuisce anche la soluzione di altri gravi problemi, quali l’assistenza ai malati ed agli anziani, il freno al dilagare della criminalità, un rimedio al ricorso alla droga”. Poi l’esortazione alle famiglie cristiane, affinché testimonino “l’autentico progetto di Dio sulla famiglia come comunità di vita fondata sul matrimonio, cioè sull’unione stabile e fedele di un uomo e di una donna, tra loro legati da un vincolo pubblicamente manifestato e riconosciuto. A voi – ha aggiunto Giovanni Paolo II – spetta farvi carico con responsabilità dell’educazione umana e cristiane dei vostri figli”, che vanno aiutati “ad andare incontro a Gesù, per conoscerlo meglio e per seguirlo, tra le tentazioni a cui sono continuamente esposti”. Nel “Regina Coeli” recitato con i fedeli dopo la Messa, il Papa ha invece salutato “in modo particolare i giovani della Croazia”, rinnovando loro l’invito “ad essere sentinelle del mattino, popolo delle beatitudini”, come li aveva definiti il Santo Padre nelle ultime Giornate mondiali della Gioventù. “A voi, che con la vita familiare e professionale alla quale ora vi preparate sarete investiti di grandi responsabilità per il bene della società civile ed ecclesiale – ha detto il Papa -, ricordo che l’uomo vale perciò che è prima che per quello che fa o possiede; che piccole mete non sazieranno mai la sete di felicità e di pienezza racchiusa nel vostro cuore; che la missione affidata dalla Provvidenza a ciascuno di voi non potrà mai essere svolta da nessun altro”.

Santità “anche dopo la morte”. “La vocazione del cristiano è la santità”, ha ribadito il Papa l’8 giugno ad Osijek, e rivolto ai fedeli ha aggiunto: “Siete chiamati alla santità in ogni stagione della vita: nella primavera della giovinezza, nella piena estate dell’età matura, e poi anche nell’autunno e nell’inverno della vecchiaia, e, infine, nell’ora della morte e perfino al di là della morte, nella purificazione ultima predisposta dall’amore misericordioso di Dio”. E della morte il Papa ha parlato anche al termine del Rosario recitato durante la visita al Santuario di Trsat, quando ha chiesto: “Come voto alla Vergine di Trsat, in nome della comunione vissuta durante questo Rosario, pregate per me durante la mia vita e anche dopo la mia morte”.