Vita Chiesa
Daniele Comboni, un santo per l’Africa
La canonizzazione di un santo è la celebrazione dell’amore di Dio che ha toccato e trasformato la vita di un uomo, e ne ha fatto una persona che assomiglia in modo particolare a suo Figlio Gesù. Come Lui, Comboni ha dato la vita per i suoi fratelli. Ed ora, possiamo contare su San Daniele Comboni perché interceda per l’Africa e per tutti noi. Lo prova del resto il miracolo che lo ha portato sugli altari.
In quell’epoca l’Europa vedeva nell’Africa solamente una terra da conquistare e considerava la gente del luogo dei selvaggi senza anima, da sottomettere come schiavi. Comboni aveva invece molta fiducia negli africani e si sentiva legato a loro da un forte vincolo di amicizia. Egli intuì che la Chiesa, per dirsi davvero universale (cattolica), non poteva fare a meno dell’Africa. Si proponeva infatti di evangelizzare quel continente e di preparare sacerdoti e laici locali, che avrebbero potuto diventare a loro volta missionari nella loro patria. Diede molta importanza anche al ruolo delle donne perché in loro vedeva le «prime maestre dell’evangelizzazione» all’interno della famiglia. Daniele Comboni venne consacrato Vescovo nel 1877 e 4 anni più tardi morì a Khartoum in Sudan, dopo aver fondato gli Istituti dei Missionari e delle Suore Comboniane.
Egli ci ha lasciato un messaggio profetico ed attuale. Dedicando tutte le sue energie alla crescita «autonoma», sia civile che cristiana, del continente nero, insisteva sulle straordinarie potenzialità degli Africani e continuava ad opporsi allo sfruttamento e alla colonizzazione economica e culturale imposta dall’occidente opulento. Daniele Comboni è quindi un missionario molto attuale. La sua predicazione è legata alla coscienza, al superamento delle etichette e delle divisioni fra cristiani a favore di scelte «di servizio», di unione, di collaborazione, di umiltà, di disponibilità costante.