Vita Chiesa

Tra fede, ragione e scienza è tempo di riconciliazione

di Gabriele TorriniPresidente dell’Azione Cattolica di FiesoleL’Azione Cattolica toscana ha aperto nella città della torre pendente la seconda fase del «Progetto Cittadinanza», itinerario culturale attento all’attuale contesto planetario, con un incontro introduttivo al convegno regionale del 28 marzo prossimo sul tema «Fede, ragione e scienza». All’incontro, organizzato insieme all’associazione diocesana locale lunedì 15 dicembre nell’aula magna dell’Istituto Toniolo, sono intervenuti Ludovico Galleni, docente presso l’Università di Pisa, che ha sviluppato il tema «Fede e scienza: per un itinerario di riconciliazione e ricerca» e Paolo Nepi, docente all’Università Roma Tre, su «Fede e ragione: elementi di sintesi per un umanesimo planetario».

Il professor Galleni ha giustamente sottolineato la particolare «vocazione» di Pisa come città del dialogo tra scienza e teologia, un dialogo che è divenuto, in occasione di interessanti convegni, motivo di incontro fra le diverse Chiese cristiane (cattolici e ortodossi) e anche con l’Islam. Un dialogo mediterraneo che ha le sue radici negli antichi studiosi che hanno vissuto sulle sponde di questo mare e che tanto hanno influito sul pensiero e sulla scienza moderna: Fibonacci, mercante e matematico pisano che scrisse trattati di geometria e algebra, Averroè, scienziato arabo spagnolo che distinse l’ambito dell’indagine razionale da quello della rivelazione coranica, Galileo, iniziatore del moderno metodo scientifico.

Le progressive scoperte della scienza sono state uno stimolo per i teologi ad approfondire la conoscenza del libro sacro ed a ricercare nuovi metodi di lettura ed interpretazione della Parola della Bibbia. Quello che era successo per Galileo riguardo allo spazio si ripete per la scoperta dell’evoluzione di Darwin che, osservando le trasformazioni nel tempo, pone nuove domande e offre nuove strade di ricerca alla teologia.

A tal proposito il professor Galleni invita a riprendere in mano gli scritti di Theillard de Chardin, gesuita e paleontologo, teologo e scienziato, nato significativamente un anno prima della morte di Darwin. Egli è riuscito ad inserire in una visione globale il progetto della creazione, dando valore alla prospettiva futura dell’umanità orientandola verso quel «cielo e terra nuova» nel quale acquista un senso tutta la storia. Lo stesso testo conciliare Gaudium et spes è ispirato dalle idee di Theillard e ci invita ad impegnarci nella storia presente perché «qui sulla terra il regno è già presente, in mistero; ma con la venuta del Signore, giungerà a perfezione» (GS 39).Un altro merito di Theillard è quello di aver introdotto un approccio globale allo studio della biologia. Oggi gli scienziati concordano sull’importanza di studiare in modo globale la biosfera per comprendere l’evoluzione. È questo un tema molto stimolante che crea grandi prospettive di dialogo e di confronto ad esempio sui temi dell’etica ambientale, degli equilibri sostenibili, della diversità biologica che è collegata alla diversità culturale.

Il professor Paolo Nepi ha affrontato il tema complesso del dialogo fede-ragione elencando una serie di «umiliazioni» che l’umanità ha dovuto subire proprio ad opera della ragione. L’uomo che per secoli si è creduto al centro dell’universo si è ritrovato prima in un piccolo pianeta sperduto in uno spazio infinito (Copernico), poi Darwin ha scoperto che l’uomo è solo un discendente delle scimmie, Marx ha sostenuto che le sue scelte culturali e religiose non sono derivate dalla libertà e volontà ma dal contesto economico nel quale la società si veniva a trovare e infine Freud ha ritenuto che molte delle azioni dell’uomo sono dovute a reazioni inconsce, dovute a impulsi naturali o a esperienze remote. Un altro paradosso della modernità lo abbiamo vissuto nel secolo scorso quando, proprio nel cuore dell’Europa, dove avevano vissuto i più grandi pensatori, studiosi ed artisti della storia moderna, si è prodotto quel “mostro” che ha preso corpo nel nazismo e nelle sue opere nefande.

La modernità ha rivissuto il mito di Prometeo che impossessatosi del fuoco, ovvero la forza vitale con la quale trasformare la natura, si ribella a Dio e si fa lui stesso creatore: «Copri il tuo cielo, o Giove, … su le querce imperversa e le montagne; pure lasciarmi stare tu dovrai, la mia terra e la capanna da me costrutta, ed il mio focolar, di cui m’invidi la benefica fiamma». (Goethe)È una modernità incompiuta, o ancora adolescente, come è stato affermato nel dibattito, che possiede grandi risorse ma che non riesce a finalizzarle in modo appropriato e «adulto».

Il pericolo è quello di contrapporre scienza e ragione, scienza e fede, ponendo un «aut-aut»: o solo la fede o solo la ragione. In questo modo si sconfina facilmente nel fideismo o nel razionalismo che sono entrambi visioni parziali dell’uomo. «La fede senza la ragione è come la colomba che pensa di volare meglio senza l’aria» dice Kant, d’altra parte anche la ragione non comprende tutto l’uomo: «il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce».

La visione corretta è invece «et-et»: fede e ragione, come dice l’enciclica Fides et ratio in una bella immagine, sono le due ali dell’animo umano.

Il tema scelto quest’anno dall’Azione Cattolica per il Progetto cittadinanza è assai impegnativo ma già in questo primo incontro di preparazione al Colloquio sono state aperte molte finestre. Si è avvertita la necessità di riprendere in mano qualche libro o qualche enciclica, un po’ dimenticati sia per riuscire a capire meglio il nostro tempo sia per riportare questi temi sul piano del dialogo costruttivo superando la contrapposizione sterile e un po’ ignorante delle «tifoserie» laiche e cattoliche alle quali abbiamo assistito anche in questi giorni a proposito della legge sulla fecondazione assistita.

L’appuntamento per tutti gli interessati è per il prossimo incontro di preparazione che si terrà a Firenze la mattina di domenica 11 gennaio, presso la sala Chiostrini del Convento di San Marco, con gli interventi del Vescovo di Livorno, Diego Coletti e del professor Piero Tani, dell’Università fiorentina.

Alle 9,30 incontro di studio con il vescovo di Livorno Diego Coletti sul tema «Fede, cultura e culture: l’unità della persona, i percorsi della vita comune». Piero Tani, docente all’università di Firenze, parlerà su «Scienza e coscienza: Unità della conoscenza, i percorsi della ricerca». Alle 12,30, Messa celebrata da mons. Coletti nella basilica di San Marco.