Vita Chiesa
Gli 84 anni di Wojtyla: un Papa al centro della storia
È la sua strada maestra: fidiamoci del Signore, continua a chiedere, Lui sa dove ci conduce. Per questo, appunto, rappresenta una sponda sicura anche di questi terribili tempi. E per questo non può essere arruolato da nessuna fazione: quella del pacifismo fine a se stesso così come da chi crede che la giustizia possa essere imposta con lo strumento della guerra.
Anche nel nuovo conflitto irakeno, come nel 1991, aveva messo in guardia dalle avventure senza ritorno. Sarebbe troppo facile ribadirlo a George Bush che alla caduta di Saddam Hussein ha legato le speranze di una stagione di inedita democrazia in Medio Oriente. Non servirebbe. Sono la giustizia, il rispetto dei diritti dei popoli in Iraq, in Israele e Palestina così come in tanti Paesi del mondo in preda a fame e violenza che aiutano a prevenire i conflitti e non viceversa. Certo, è una strada tutta in salita perché deve far conto sulle energie migliori e sul consenso, ma aiuta a costruire una vera pace.
Dovrebbero intenderlo anche gli europei: stanno accogliendo nella sostanza il suo progetto della casa comune, senza le innaturali divisioni del passato. Ma poi dell’Europa dimenticano le radici cristiane, quasi che oltre mille anni di storia fossero trascorsi invano. A rischio, anche in questo caso, di costruire sulla sabbia.
Le 84 candeline illuminano, dunque, una vita spesa al servizio degli altri e segnata, purtroppo anche da una via crucis personale. Il Pontefice ammirato per la sua energia fisica, che ha confortato con la sua presenza i cristiani di ogni angolo della terra, ha dovuto accettare una progressiva riduzione della sua mobilità. Sembrava emarginato dalle nuove forze in campo, un anziano che non aveva più molto da dire dinanzi ai nuovi miti: la globalizzazione, il mercato senza freni, la scienza che manomette il mistero della vita. Chiudendo, in una parola, le porte al messaggio di solidarietà di cui è portatore il cristianesimo.
Illusioni e arroganza che mostrano già i propri limiti, mentre lui, Giovanni Paolo II, trova nella sofferenza e nella fede lo spirito per offrire vie d’uscita meno precarie. Oggi, dunque, apre un nuovo spiraglio sul suo cammino personale, che forse non sarà neppure l’ultimo. Ma quel che conta è che noi tutti, senza cedere allo sconforto, possiamo far affidamento ancora su di lui.