Vita Chiesa

Preti e vescovi toscani rendono omaggio a Maria

di Alessandro AndreiniSi è svolta giovedì scorso, 27 maggio, la Giornata presbiterale della Toscana, appuntamento biennale che quest’anno ha avuto una cornice tutta particolare: essa, infatti, si è svolta a S. Giovanni Valdarno, in diocesi di Fiesole, in occasione del terzo centenario dell’incoronazione della venerata immagine mariana custodita nella Basilica di Maria SS. delle Grazie. Una ricorrenza, quella del centenario dell’incoronazione, accompagnata, in questi mesi, da una ricca serie di eventi, tra i quali quello della Giornata presbiterale è stato senza dubbio uno dei più significativi. La partecipazione dei sacerdoti è stata, in effetti, molto numerosa: quasi quattrocento i presbiteri presenti, provenienti da tutte le diocesi toscane, con la presenza di ben quindici vescovi. Occasione di fraternità e di comunione, ma anche di arricchimento spirituale e culturale, offerto attraverso un programma intenso e ricco. E tutto sotto lo sguardo di quell’immagine miracolosa di Maria che, nel 1479, esaudì la preghiera di Monna Tancia, una anziana signora che non sapeva come nutrire un bambino rimasto orfano appena nato, e che, per grazia, fu di nuovo in grado di allattare. La giornata si è aperta nella Pieve di S. Giovanni Battista, dove l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Ennio Antonelli, ha presieduto l’Ora media e ha poi dato il suo saluto a tutti i presenti sottolineando in particolare il valore di occasioni come questa. È seguita una meditazione dettata da monsignor Angelo Comastri, che ha centrato la sua attenzione sull’icona evangelica dell’Annunciazione: una scelta obbligata, ha spiegato, dato che l’incontro si è svolto nei giorni in cui la liturgia ci prepara ad accogliere il dono rinnovato della Pentecoste, l’effusione di quello Spirito che ricolmò la vergine Maria e continua a investire tutti coloro che il Signore chiama a seguirlo nella fede. E in modo tutto speciale, senza dubbio, proprio i sacerdoti. Rileggendo la pagina dell’Annunciazione, monsignor Comastri ha sottolineato le origini oscure e umilissime di Maria, galilea e per di più di un villaggio piccolo e sperduto come Nazaret. Ma è proprio di questa povertà assoluta che il Signore intende servirsi, perché è nell’esperienza dell’umiltà che l’uomo può riconoscere l’assoluto primato di Dio. Di fronte all’annuncio dell’angelo, ha poi continuato Comastri, Maria non perde la sua concretezza e il suo realismo di donna povera e umile: risponde interrogando, in un dialogo ammirevole per verità e sviluppo interiore. Ed è in questo clima di verità che ella giunge al dono radicale di sé, a quel fiat che ne fa la creatura più alta tra tutte quelle pensate e volute da Dio.

Conclusa la meditazione, i presenti si sono trasferiti nella vicina chiesa di S. Lorenzo da cui si è snodata la processione verso la Basilica, dove si è svolta la solenne concelebrazione presieduta da monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo di Pisa e attuale presidente della Cet. Nella sua omelia, egli ha ricordato il valore di questi eventi di comunione e di scambio nella vita sacerdotale, così come ha fatto un efficace richiamo a quell’universo della devozione mariana che va costantemente promossa e diffusa tra le persone con il giusto equilibrio della fede. Sì, Maria è la madre del Signore, la Theotokos come la chiamano gli orientali: ma è anche e soprattutto la credente, colei che ha creduto – come la definirà Elisabetta – nell’adempimento delle parole del Signore.

L’incontro si è poi chiuso con un abbondante pranzo nei saloni della Basilica e, per chi lo desiderava, subito dopo, con la visita al Museo della Basilica dove si conserva una delle più belle e importanti Annunciazioni del Beato Angelico. Una giornata, dunque, di riflessione, preghiera e condivisione, un’occasione ancor più preziosa perché vissuta nel segno di Maria SS. delle Grazie.