Vita Chiesa

Se la colpa della Chiesa è vivere il Vangelo

DI DON FRANCESCO SENSINIAl bar.«Buongiorno!».«Buongiorno, don Francesco, il solito caffè?».«Sì! Grazie».

Mentre sto preparando lo zucchero, un signore con l’intento evidente di provocarmi dice ad alta voce: «Certo che anche la Chiesa ha le sue colpe!».

Non mi giro, faccio finta di niente.Ma internamente cominciò a pensare : «Ho già capito: l’inquisizione, le crociate e altre solite cose fritte e rifritte. È ormai inutile stare a spiegare che era una situazione storica diversa, che i condizionamenti politico ed economici erano più forti, è inutile stare a spiegare che la chiesa è fatta di uomini ma la verità dell’annuncio non è mai stata tradita…». Continuo a prendere il caffè come se niente fosse ma l’uomo, mostrandomi il giornale, si rivolge direttamente a me e insiste: «Reverendo che cosa ne pensa di tutti questi immigrati che arrivano e che la chiesa accoglie come se fossero angioletti innocenti?».Personalmente non avevo mai pensato di mettere tra le colpe della Chiesa quella dell’immigrazione. Ma tanto vale! È un po’ come attribuire ad un genitore la colpa per aver ospitato a casa il ragazzo, poco di buono, di cui la figlia è innamorata. È come dare la colpa ad un padre per aver permesso al figlio di andare con il motorino e ha mandato all’ospedale una vecchietta.Comunque sentendomi interpellato in prima persona rispondo manifestando il mio pensiero.Gli immigrati sono certamente una realtà problematica.Non essendo mele non possono essere scelte….Dico che mi sento disorientato. È chiaro che quando gli uomini di Chiesa uccidevano, torturavano, condizionavano commettevano delle gravi colpe, ma quando gli uomini di Chiesa accolgono, sfamano, sostengono dei «disgraziati» con capisco che tipo si colpa commettano.Che forse il mio interlocutore abbia solo dei pregiudizi sulla Chiesa? Che a lui interessi solo demolirla indipendentemente da ciò che fa? Se la colpa della Chiesa è quella di mettere in pratica il Vangelo mi auguro che ancora commetta altre colpe.Quella di usare un linguaggio più semplice, quella di spogliarsi di tante esteriorità, quella di superare certe formalità….