Vita Chiesa
Preti in tv? Sì, purché siano «educati»
Appena uscito dalla chiesa mi sento rivolgere una domanda : «Scusi padre, lei ci andrebbe in TV?» Mi volto e rispondo istintivamente senza pensare: «Dipende dai soldi che mi danno!»
Ma basta una occhiata per riconoscere nel mio intervistatore un «vecchio» amico e riprendere così il dialogo che pareva bruscamente interrotto. «Allora, senza scherzare, cosa ne pensi dei preti in TV?» mi richiede, mostrandomi un articolo di giornale che parla di questo problema. Riconosco che la domanda è provocata dalla uscita del Direttorio della Cei sui mass media.
Non l’ho ancora letto e quindi mi limito a esprimere semplicemente la mia opinione. Cosa ne penso dei preti in TV? La domanda sembra molto semplice e richiede un parere positivo o negativo ma la prima parola con la quale rispondo ancora è : «Dipende! Se il programma parla di cose serie ed educative allora il prete ci sta più che bene; se è invece il programma è banale e superficiale non capisco che ci sta a fare un prete!».
«Ma – ribatte subito il mio amico – chi decide se un programma è serio o superficiale? Basta forse il titolo o il giornalista? Porta a porta è serio? L’isola dei famosi è banale?» D’altra parte giudicare un programma significa anche estendere lo stesso giudizio agli eventuali spettatori e questo non mi pare corretto.
Cosa ne penso dei preti in TV? La domanda mi rimbalza in testa e ancora rispondo: «Dipende!». Se il prete è preparato e parla a nome della Chiesa allora va bene ma se deve fare brutta figura o addirittura manifestare opinioni non in sintonia con la Chiesa allora non va bene.
«Ma anche i preti hanno la loro intelligenza e libertà e sono più credibili quando si avverte che parlano in prima persona piuttosto che quando recitano il ruolo senza convinzione».