Vita Chiesa
Tutto quello che la Chiesa ha da dire sull’uomo
«È un testo che adesso dobbiamo far conoscere, e fare in modo che venga utilizzato assiduamente» afferma mons. Pierluigi Milesi, incaricato dalla Conferenza episcopale toscana per la pastorale sociale. Un testo, aggiunge, che potrebbe far rinascere tra i cattolici la voglia di impegnarsi maggiormente su questi temi. «Tra la nostra gente – spiega – è molto forte il fascino della carità, intesa come assistenza ai bisognosi, che è una cosa bella e importante. È più raro, invece, trovare disponibilità all’impegno diretto in campo socio-politico. Forse gioca, in questo, l’idea di politica come una cosa sporca che ormai è diffusa. Il Compendio può aiutare a riprendere coscienza dell’importanza di certi temi, può essere un richiamo ai cattolici ad essere protagonisti e non spettatori sulla scena sociale e politica». Un richiamo che riguarda soprattutto i laici: «I cattolici hanno il compito di riproporre certi valori come la vita, la persona, la famiglia: ma devono farlo in modo propositivo. Sul tema della pace, ad esempio, che è uno degli argomenti che trovano maggiore risposta, i cattolici rischiano a volte di seguire altre voci, senza riuscire a dire una loro parola».
La dottrina sociale come dottrina interdisciplinare, che abbraccia i vari ambiti della scienza e della ricerca: è questo, secondo Emanuele Rossi, docente di diritto costituzionale all’istituto Sant’Anna di Pisa, uno dei punti più interessanti messi in luce dal Compendio. Una Chiesa quindi che vuole mettersi in dialogo con le varie discipline del sapere per dar vita a una progettualità sociale, economica, politica, scientifica in cui la persona umana, nella sua globalità, sia posta al centro.
Un altro aspetto sottolineato da Rossi è la dimensione storica della dottrina sociale che, si legge sul Compendio, «si sviluppa in funzione delle circostanze mutevoli della storia». Gli insegnamenti della Chiesa in materia sociale e politica, afferma Rossi, «non costituiscono un sistema chiuso: non sono verità acquisite una volta per tutte ma devono di volta in volta essere confrontate con la storia. La dottrina sociale nasce, si potrebbe dire, dal dialogo tra il messaggio evangelico, da cui trae origine, e il contesto storico a cui guarda». Terzo punto che Rossi evidenzia è il ruolo dei laici: «Ancora una volta si sottolinea che il compito di portare il messaggio cristiano nella sfera del sociale e del politico spetta essenzialmente ai laici». In questo senso, la pubblicazione del Compendio segue molti appelli giunti negli ultimi tempi, culminati nella Settimana Sociale che si è conclusa pochi giorni fa a Bologna. Più volte, recentemente, il Papa e i Vescovi hanno richiamato la necessità di una presenza più incisiva dei cattolici nella società. Potrebbe nascere, da questi appelli, un nuovo slancio nel mondo cattolico? «Potrebbe, ma ad alcune condizioni. Bisogna prima di tutto che si trovino persone disposte ad accoglierlo, persone mosse dalla passione per il bene comune e per la politica come servizio. E poi, bisogna che ai laici venga data reale autonomia, vengano date le gambe per camminare».
Il presidente nazionale dell’Mcl, il fiorentino Carlo Costalli, accoglie con grande favore il Compendio: «È uno strumento utilissimo per tutti i cattolici che hanno a cuore l’impegno in campo sociale. Su alcuni temi c’era bisogno di fare chiarezza, di puntualizzare una volta per tutte qual è il pensiero della Chiesa. Anche tra i cattolici purtroppo è diffusa l’idea che alcuni temi appartengano alla sfera privata: la religione, si pensa, non deve interferire con la politica o con le scelte individuali. Adesso invece finalmente è chiaro una volta per tutte che su alcuni temi sociali fondamentali le organizzazioni cattoliche devono essere unite, non ci possono essere deroghe o distrazioni». Su questo aspetto, Costalli si dice ottimista: «Mi sembra che ci sia una vitalità interessante nel mondo cattolico, una nuova stagione di convergenze tra le tante anime del laicato. L’importante è che tutti abbiano il coraggio di testimoniare i comuni valori cristiani: a volte, in nome del dialogo, c’è la tendenza ad annacquare la nostra identità di cattolici. Invece il dialogo richiede prima di tutto di aver chiara la propria identità».