Vita Chiesa
Tre criteri per scegliere la Messa di Mezzanotte
Ma – mi viene subito da obiettare – non sarebbe più bello e soprattutto meno complicato andare a Messa nella propria parrocchia! Sarebbe proprio questo il tempo giusto per riscoprire, come sollecitano i vescovi italiani, il valore della parrocchia come «grembo» che ci ha generato alla fede e come «comunità» che ce la sostiene nelle difficoltà della vita.
Ma non conosco le famiglie, per cui l’obiezione rimane dentro di me e in silenzio rimango accanto a loro incuriosito dal loro dialogo sulla Messa. «Due natali fa, siamo rimasti veramente delusi. Una Messa lunga che non finiva mai». Ecco – mi dico – quello della durata è un altro criterio con cui molte persone «misurano» e scelgono la Messa. Eppure basterebbe riflettere un attimo. Il tempo è relativo. Se una «cosa» ci interessa, ci riguarda e ci coinvolge, il tempo è sempre poco. Se al contrario è qualcosa di lontano da noi e dalla nostra vita allora il tempo è sempre troppo. Ma – mi domando – come può non riguardarci l’ esperienza di un uomo che ha saputo lottare contro ogni forma di male e di violenza e che ci fa il dono di una vita sempre felice? Eppure molti, nonostante il bisogno di pace, di bene, di felicità che manifestano ogni giorno reagendo alla guerra, alla violenza, alla ingiustizia, ritengono «inutile» la vicenda di Gesù.
«Un natale abbiamo trovato un prete che ha fatto un vangelo che non finiva mai e che non stava né in cielo né in terra». Ecco un altro indice di gradimento della messa: l’omelia o predica. La gente «sopporta», in generale, le prediche ma se queste si colorano di politica, di richiesta di soldi o peggio di giudizio verso i presenti soprattutto occasionali non troveranno più ascoltatori.
Parcheggio, tempo, predica: sono attenzioni da non trascurare. Tutto questo può favorire una fede che ancora magari è piccola: ma per fortuna «il regno dei cieli è come un granellino che…».