Vita Chiesa
Il Battesimo, tradizione o scelta di vita?
Il Battesimo di Gesù nel Giordano rappresenta la solenne inaugurazione della sua misione pubblica. Dio Padre accredita il suo Figlio di fronte al mondo «Questi è il Figlio mio diletto». Al tempo stesso diventa l’inizio dell’evento salvifico che ci riguarda. Diventa segno e origine della salvezza che noi riceviamo nel Battesimo. Quindi non possiamo non collegare il Battesimo di Gesù al nostro Battesimo e al Battesimo dei nostri figli.
Il Battesimo inserisce il figlio appena nato nella Famiglia di Dio, di cui i genitori sono la prima articolazione (se uniti insieme col Sacramento del matrimonio). Infatti ogni famiglia è «Chiesa domestica».
Il Battesimo del figlio rappresenta la «nuova» nascita nel segno dell’acqua e nella forza dello Spirito Santo. È tappa fondamentale nel cammino di fede del figlio. Per questa consapevolezza – fino dai primi secoli della Chiesa – si dà ai bambini il Battesimo. Al di fuori di una prospettiva di fede «che faccia di questo atto della Chiesa una manifestazione dell’amore preveniente del Padre» (cfr. Catechismo dei bambini) sarebbe dificile giustificare questa prassi.
Dunque la festa del batteismo di Gesù nel Giordano sollecita limpegno a vivere intensamente il nostro Battesimo e a migliorare il nostro compito di educatori alla fede dei nostri figli.
Il Direttorio di pastorale familiare (emanato dai vescovi italiani nel 1993) considera ambito importante della cura pastorale, la preparazione e la celebrazione del Battesimo dei figli da parte dei genitori. Si afferma infatti: «È necessario che i genitori di un bambino da battezzare, come pure coloro che stanno per assumere l’incarico di padrino, siano bene istruiti sul significato di questo sacramento e circa gli obblighi ad esso inerenti».
Vengono date, inoltre, alcune indicazioni: «Per quanto possibile, tale preparazione, oltre al momento di incotro personale, preveda anche momenti comunitari, nei quali siano coinvolte insieme più coppie di sposi, si possa riprendere e sviluppare la riflessione iniziata negli itinerari di preparazione al matrimonio, vengano favoriti in tutti coloro che vi partecipano un risveglio, una verifica, un approfondimento della loro fede e della loro vocazione. La stessa preparazione cominci possibilmente già durante l’attesa del figlio, perché in un momento così singolare e significativo i genitori siano aiutati a vivere la maternità e la paternità come coronamento della loro risposta a una vocazione di amore e ad accogliere nella fede il dono che Dio sta affidando alla loro responsabilità».
Come raggiungere queste persone? Come trasmettere loro l’annuncio evangelico? «In primo luogo – afferma il documento della Cei – si tratta di valorizzare quei momenti in cui le parrocchie incontrano concretamente quei battezzati che non partecipano all’eucaristia domenicale e alla vita parrocchiale: quando i genitori chiedono che i loro bambini siano ammessi ai sacramenti dell’iniziazione cristiana; quando una coppia di adulti domanda la celebrazione religiosa del matrimonio; in occasione dei funerali e dei momenti di preghiera per i defunti; alcune feste del calendario liturgico nelle quali anche i non praticanti si affacciano alla porta delle nostre chiese».
Il Battesimo di un bambino quindi, insieme agli altri momenti «forti» nella vita della comunità, può offrire l’occasione per accogliere le persone e per riavvicinare alla Chiesa coloro che, per mille motivi, se ne sono allontanati progressivamente con il passare degli anni. A patto però che siano vissuti dal parroco e dalla comunità cristiana con l’atteggiamento giusto. «Tutti questi momenti – proseguono i vescovi – che a volte potrebbero essere sciupati da atteggiamenti di fretta da parte dei presbiteri o da freddezza e indifferenza da parte della comunità parrocchiale, devono diventare preziosi momenti di ascolto e di accoglienza. Solo a partire da una buona qualità dei rapporti umani sarà possibile far risuonare nei nostri interlocutori l’annuncio del Vangelo: essi l’hanno ascoltato, ma magari sonnecchia nei loro cuori in attesa di qualcuno o di qualcosa che ravvivi in loro il fuoco della fede e dell’amore».