Vita Chiesa
Dai ragazzi una lezione di pace
La giornata si apre con novecento ragazzi cattolici che animano la messa celebrata dal cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, e ricolmano la basilica della SS. Annunziata con la loro presenza. Un’anziana fedele si commuove: Una cosa così non l’avevo mai vista in vita mia dice. Intanto gli educatori dell’Azione cattolica fanno animazione in piazza per i ragazzi delle altre religioni, circa centoventi fra ebrei, musulmani, ortodossi ed evangelici.
Terminata la messa, una fiumana di giovani si riversa in piazza e l’incontro ha ufficialmente inizio. Alla presenza delle varie autorità religiose ognuno ringrazia il Signore a suo modo: Sebastiano recita il Padre nostro in russo, Susanna, evangelica, guida il canto con la chitarra. Quindi i ragazzi vengono lasciati in libertà: i gruppi si scambiano uova sode e frutta, poi siedono nel sole della piazza a consumare il pranzo al sacco.
Il colpo d’occhio è impressionante e mostra quanto sia difficile distinguere gli uni dagli altri. Marco, genitore evangelico di Prato esclama: E’ troppo bello, questa è la speranza che si può costruire. El Hendy, mamma egiziana risponde: Dobbiamo insegnare ai nostri figli a stare insieme perché non c’è differenza tra loro. Anna, educatrice battista, commenta che iniziando dai più piccoli si può cambiare una mentalità.
La comunità islamica giovanile persegue questo obiettivo da sempre: il dialogo interreligioso, l’apertura a livello di ragazzi sostiene Omar Tujjar. Anche il vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago manifesta una grande soddisfazione: Questa giornata, che vede i ragazzi protagonisti di un dialogo su temi importanti e delicati, dimostra che lavorando così si può costruire qualcosa e soprattutto che si può farlo insieme: questo è certamente il segnale più grande. E Gianna Sciclone, pastora valdese, ribadisce: Questa bellissima festa dimostra che se si mettono insieme i figli di Dio la pace cammina.
Anche fra i giovani partecipanti i pareri sono favorevoli e concordi: Caterina di Montevarchi, Silvia di Volterra, Giulio di Grosseto, Eleonora di Arezzo, Sara di Prato giudicano bella e importante la giornata. Federico, evangelico, è contento di aver dato un aiuto alla comunità; per Rosanna, musulmana, si tratta di valori che vanno condivisi; Edoardo, Linda e Davide, ebrei, dicono che occorre superare ciò che in realtà non esiste eppure ci divide; Sara dell’Acr di Reggello regge il cartello della prima tappa, quella del conoscersi, e sta lì al freddo felice di farlo, e il piccolo Tommaso, otto anni di Carrara, si è alzato prestissimo ma non sente la stanchezza.
Quando ci fu proposto di partecipare dichiara Mario Fineschi, consigliere della comunità ebraica di Firenze e Siena – intuimmo subito che attraverso i ragazzi si poteva dare una lezione agli adulti, e anche ai politici, perché solo stando insieme possono nascere il dialogo, la comprensione, il rispetto. Lo scopo della giornata, come spiega Marco Bontempi della commissione per ecumenismo della diocesi di Firenze, è proprio quello di far parlare i bambini alle istituzioni sul tema della pace; l’ispirazione viene dal salmo 8: con al bocca dei bambini e dei lattanti sconfiggi i tuoi nemici’.
I ragazzi sfilano per le vie del centro, animano Piazza della Signoria con giochi e con canti, poi si riversano nel Salone dei Cinquecento per assistere a uno spettacolo fatto da loro. Questo per dire a tutti che l’unità c’è già, è già cominciata: guardate adulti di tutti i paesi, e ascoltate sintetizza Enzo Cacioli, delegato regionale dell’Azione cattolica e anima della manifestazione.
I ragazzi consegnano al presidente della regione Claudio Martini una raccolta di fondi per il sud-est asiatico, ascoltano il messaggio del presidente della Repubblica Ciampi e la testimonianza di Simona Torretta, poi cantano, recitano, danzano. Il salone monumentale si riempie di voci e di canti. Qui ho assistito a tanti incontri conclude il sindaco Leonardo Domenici ma mai a una manifestazione così bella, ed è merito di voi ragazzi. Spero solo che questa sia la prima tappa di un percorso di dialogo e di pace.