Vita Chiesa
Ac, Vivere da cristiani nel tempo presente
Presidente Bignardi qual è il ruolo che AC deve rivestire nella Chiesa di oggi?
«Credo che debba avere il compito di continuare a richiamare il valore della formazione personale per vivere da cristiani in questo tempo e dovrà cercare continuamente di aprire delle strade nuove per la formazione, perché questa non può essere ripetizione ma deve essere utile a vivere come cristiani oggi, camminando in sintonia con le trasformazioni in atto nella società. Poi penso che l’Azione Cattolica debba giocare un ruolo importante in ordine al dare evidenza alla vocazione laicale, attraverso una nuova soggettività del laicato; sono convinta che questo possa avvenire grazie ad un processo di dialogo tra le aggregazioni, cercando di perseguire percorsi di convergenza all’interno di un laicato che rischia oggi di presentarsi troppo frammentato e quindi anche poco significativo all’interno della realtà ecclesiale».
Come si può far avvicinare i giovani e chi non si sente di impegnarsi, quale il linguaggio giusto e i giusti metodi da usare?
«Bisogna far percepire la bellezza della vita cristiana ed anche della vita associativa, evidentemente come una delle forme della vita cristiana; bisogna anche dar vita ad esperienze di associazioni che siano coinvolgenti perché si possa capire che è bello essere associazione, dando testimonianza di ciò attraverso un’esperienza bella di fraternità fra le persone».
E l’impegno dei cristiani in politica? Come si pone AC rispetto a questo argomento? Molti militanti chiedono un consiglio, un’indicazione su come agire.
«Azione Cattolica invita ad assumersi delle responsabilità anche rispetto alla politica, anche il Papa ha richiamato a questo i cattolici durante la settimana sociale dei cattolici; la nostra associazione fa un continuo lavoro di formazione alla cittadinanza, non si può essere cristiani senza sentirsi parte della comunità umana di cui si è parte, senza sentirsi responsabili di questa comunità. Da un punto di vista strettamente politico però, essendo AC un’esperienza ecclesiale non compie delle scelte di schieramento ma compie delle scelte di valori, valori civili: a noi importano valori come la vita, la giustizia, la famiglia, la solidarietà».
Venendo infine alla realtà fiorentina, quali sono secondo lei le priorità da affrontare in prospettiva?
«Mi pare che durante il dibattito tenuto questa mattina sia venuto fuori molto: lo spendersi per la città, l’attenzione ai giovani e al loro modo di esprimersi e comunicare, cercando di concedergli i giusti spazi, poi la necessità della formazione, esigenza posta da molti».
E quindi è necessaria una formazione di qualità per avvicinare i giovani
«Certo, perché quando si parla di formazione bisogna intendere una formazione assolutamente di qualità: e quindi una formazione che per la nostra tradizione ha bisogno di essere continuamente rinnovata, per essere attuale e poter rispondere alle attuali esigenze della nostra realtà. Per noi i giovani rivestono ed hanno sempre rivestito un ruolo fondamentale».
Domenica 13 marzo, si svolgerà a Siena anche il terzo colloquio del «Progetto cittadinanza» sul tema «Una politica per l’uomo: il diritto, la giustizia, lo sviluppo». L’incontro si svolge a Santa Maria della Scala; la mattina, dalle 9, le relazioni di Paola Ricci Sindoni e padre Bartolomeo Sorge, alle 12 la Messa in Duomo presieduta dal presidente della Cet Alessandro Plotti. Nel pomeriggio, relazioni di Lorenzo Caselli e mons. Celestino Migliore. Alle 17, visita guidata agli affreschi di Lorenzetti e Simone Martini. Per informazioni tel. 055.578116.