Vita Chiesa
La vita è tua… ma per farne che cosa?
Si tratta certamente di un dramma della solitudine. Vedo un enorme condominio alla periferia di una grande città. Lì al settimo piano un piccolo appartamento dove si è consumata la tragedia. Due persone anziane, marito e moglie, trovate morte dopo alcuni giorni. Mai una visita, mai un saluto da parte degli altri. Entro e vedo la moglie in un lago di sangue, in cucina, colpita alla testa. Vedo poi in fondo al corridoio, vicino alla porta della camera, anche il corpo insanguinato del marito e accanto a lui una pistola. Nessuno ha sentito o udito nulla.
Ora sono davanti alla TV e vedo con gli occhi le drammatiche immagini di una città che uccide. Ma rimango sconcertato e disorientato. Ecco cosa vedo: un giovane capriolo che, fuori dal bosco, prigioniero, in uno spazio verde, delle strade vicino alla città non è purtroppo riuscito a trovare una via di uscita ed è morto per la stanchezza di cercarla. Mi è dispiaciuto, mi ha fatto tenerezza.
Educare al rispetto e alla correttezza in un contesto in cui la libertà è l’unica manifestazione di identità personale è difficile. Se ti fosse detto invece che la vita è un valore, una ricchezza? Non sarebbe allora più ragionevole comportarsi per non perderla? Quello della educazione alla sicurezza stradale dei giovani, al di là dello slogan, è certamente un obiettivo da raggiungere presto per evitare quelle vere «immagini tragiche» a cui non vorrei essermi abituato.