Vita Chiesa
In clausura a Rosano il rifugio di Ratzinger in Toscana
L’antico monastero benedettino di Rosano, vicino a Pontassieve (Fi), è stato spesso frequentato dal card. Ratzinger a partire dal 1985. Ecco come le Benedettine raccontano a Toscanaoggi questi incontri.
Il Cardinale Joseph Ratzinger oggi, per grazia di Dio, Sua Santità Benedetto XVI è venuto spesso nella nostra Abbazia. La prima volta è stato nel 1985 in occasione della Professione di una Novizia. Prima di ripartire, nel congedarsi dalla mamma della neo-professa, l’aveva esortata a essere contenta perché sua figlia era in un posto sicuro dove si viveva con una serietà unica, coerenza e gioia la Regola di San Benedetto.
Da allora Sua Eminenza è tornato più volte, soprattutto in occasione della Solennità del Corpus Domini. In questo giorno la nostra chiesa è particolarmente gremita ed egli avvinceva tutti con le sue profondissime omelie e con la cordiale semplicità con cui si intratteneva con ciascuno sul sagrato al termine della Messa. Godeva molto di portare il Santissimo Sacramento durante la processione che attraversa i chiostri e il giardino.
Nel giugno del 2001 è venuto a Rosano con il fratello sacerdote per ricordare il cinquantesimo anniversario della Ordinazione sacerdotale.
Abitualmente nelle sue visite era accompagnato dal suo segretario (ora Vescovo e Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici) Mons. Josef Clemens e da Alfredo, il fidatissimo autista. Giungeva nel tardo pomeriggio del sabato e ripartiva la domenica pomeriggio. Verso sera amava fare una lunga passeggiata sul poggio o nei campi.
Quasi sempre durante le sue visite incontrava tutta la Comunità: con lui ci si sentiva subito a proprio agio, perché è sempre stato una persona molto semplice, cordiale, serena, umile, capace anche di una fine ironia e di un sincero umorismo. Quando gli chiedevamo di parlarci dei problemi che in quel momento occupavano e preoccupavano in modo particolare la Congregazione per la Dottrina della fede, il Santo Padre e la Chiesa, ha sempre dimostrato grande forza, profonda chiarezza e soprattutto una capacità unica di cogliere il nucleo di ogni questione e di saperlo presentare in poche parole, concise e insieme esaurienti, con un’esposizione agile e fluente, tanto che i vari aspetti di ogni problema venivano compresi immediatamente e chiaramente sia dalle persone di alta cultura sia da quelle più semplici. Soprattutto non drammatizzava mai, ma sapeva affrontare ogni difficoltà con la forza, la coerenza, la fiducia e la speranza che vengono dalla fede e dalla preghiera.
Per questo rendiamo grazie a Dio per il dono di questo nuovo Papa, Benedetto di nome e di fatto.