Vita Chiesa

Lasciamoci guidare dallo Spirito

«Il giorno di Pentecoste furono molti coloro che al primo annuncio apostolico «si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?”. E Pietro disse: “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello spirito Santo. Per voi infatti è la promessa”» (At 2,37-39).

La Parola che, dal cuore della Trinità, nel fuoco e nella luce della Pentecoste aveva preso dimora nel cuore degli Apostoli ed era diventata testimonianza sulle loro labbra, non era solo per gli eletti riuniti nel Cenacolo ma anche per noi che possiamo annoverarci tra coloro che hanno accolto la fede e sono chiamati a incarnarla nel presente.Potremmo chiederci: con quanta forza sentiamo viva e operante in noi la presenza dello Spirito che nel battesimo ci ha liberato dal peccato e ci ha reso figli di Dio? (cfr Rm 6,3-11). Possiamo dire anche noi che l’ascolto della Parola suscita nel nostro cuore una profonda contrizione e il desiderio sincero di rompere definitivamente con il peccato che da sempre ci suggestiona e tenta di alienarci, per aprirci alla realtà della Vita trinitaria condivisa con i fratelli in una sincera comunione d’amore?

Poiché in questo consiste essenzialmente il dono inestimabile della salvezza che è definitiva ed eterna libertà. Consapevoli che Cristo ci ha liberati con il suo sangue, e «ci ha liberati perché restassimo liberi» (Gal 5,1), desiderosi di attingere pienamente allo Spirito che Dio dona a coloro che si sottomettono a Lui (cfr At 5,32), viviamo nella esigente signoria del Consolatore sapendo che il Figlio lo elargisce in abbondanza a quanti si accostano a Lui nella fede (cfr Gv 7,37-39)! Cediamo allo Spirito dell’Amore il timone della barca della nostra esistenza, lo spazio del tempo della vita che ci è data, attuando costantemente il passaggio dalla terra ferma del nostro piccolo mondo in cui dominano le esigenze spesso deformate dell’io, all’adesione al progetto di Dio, felici di raggiungere la meta della libertà dei veri figli. «Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio» (Rm 8,14).

Sarebbe davvero un grave errore credere che la testimonianza radicale degli Apostoli si sia esaurita o non ci competa – giacché i dati della storia recente ci confermano che la martyria fino alle estreme conseguenze è operante nella vita della Chiesa di ogni luogo – o che la santità sia meta riservata a pochi- È piuttosto necessità intrinseca al Cristianesimo aprirci alla pienezza di una risposta nella fede degna dei santi e dei martiri di ogni tempo.

«Se il battesimo è un vero ingresso nella santità di Dio attraverso l’inserimento in Cristo e l’inabitazione del suo Spirito, sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalista e di una religiosità superficiale… È ora di riproporre a tutti con convinzione questa «misura alta» della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare in questa direzione» (Giovanni Paolo II, NMI 31).a cura delle Clarisse di San Casciano Val di Pesa