Vita Chiesa
Quando la carità è sponsorizzata
Leggendo Avvenire, quotidiano dei cattolici, ho trovato in questi giorni una pagina con un interrogativo: Vuoi cambiare il mondo? Comincia da… Non ho letto la risposta perché l’avevo già e mi sembrava abbastanza ovvia. Mi sono dunque divertito ad indovinarla. Comincia da… te stesso, mi sono detto.
Devi cambiare la tua mentalità. Eliminare eventuali pregiudizi che ti impediscono di riconoscere il bene che c’è in ogni persona; superare le difficoltà che condizionano la tua sincerità; fidarsi sempre della presenza e della «intelligenza» di Dio.
Vuoi cambiare il mondo? Comincia da… la tua famiglia, ho pensato. Migliora i rapporti con tuo padre e tua madre, con tua moglie e tuo marito. Sii paziente, credi nel bene e nella capacità di cambiare in meglio.
Perché dovrei pensare che quando la Chiesa gestisce i soldi, questi sono benedetti e santi, mentre quando lo fanno gli altri sono sporchi e illeciti? Non c’è forse alla base il pregiudizio che gli uomini di Chiesa siano perfetti e gli altri ovviamente no? Per fede credo la Chiesa Santa! Non staremo mica confondendo santità con perfezione?
Se il vangelo potesse essere riscritto, le parole di Gesù al giovane ricco: «vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli» oggi sarebbero queste: «investi bene quello che hai, dona i frutti ai poveri e avrai sempre un capitale per te». Così è certo più facile e piacevole seguire il vangelo! Però lo potrebbero fare solo i ricchi, e la scelta di Dio, mi pare, sia stata e rimane invece per i poveri. Non sarebbe più il vangelo.