Vita Chiesa
Le Gmg? La più bella intuizione di Giovanni Paolo II
Mimmo Muolo, vaticanista di «Avvenire», ha dato alle stampe proprio in questi giorni «Generazione Giovanni Paolo II. La storia della Giornata mondiale della gioventù». Gli abbiamo chiesto di scrivere per noi una breve storia delle «Gmg».
Piuttosto c’è da registrare un dato curioso. Mentre sono tutti concordi nell’attribuire a Giovanni Paolo II la paternità delle GMG, lui stesso sembra quasi schermirsi e indica, invece, gli stessi giovani. Nel libro Varcare la soglia della speranza, a un certo punto afferma: «Nessuno ha inventato le Giornate Mondiali dei Giovani. Furono proprio loro a crearle. Quelle Giornate, quegli incontri, divennero da allora bisogno dei giovani di tutti i luoghi del mondo».
Non è certamente per falsa modestia che il Papa scrive queste parole. È, invece, per sottolineare un dato di fatto. In pratica è come se dicesse: «Il mio merito è quello di aver fatto da antenna. Di aver captato, cioè, un reale bisogno dei giovani». Noi possiamo aggiungere ora, riguardando la storia del pontificato, che Giovanni Paolo II lo ha captato prima di ogni altro nella Chiesa.
Il «segreto» di questa particolare capacità di farsi seguire dai giovani va oltre gli aspetti esteriori che hanno caratterizzato i primi anni. E infatti anche quando Papa Wojtyla non era più l’atleta di Dio, ma un’icona vivente della sofferenza, i suoi ragazzi non lo hanno mai abbandonato. Prova ne sia il fatto che hanno trascorso insieme con lui le ore di agonia prima della morte, sostando in preghiera sotto le sue finestre. In piazza San Pietro, nella notte tra il primo e il 2 aprile e anche nella sera di quello stesso giorno, si è svolta «l’ultima Gmg» del Pontificato di Papa Wojtyla. E proprio in quella occasione il Papa ha tenuto ai giovani l’ultimo suo intenso discorso. Solo tre frasi «Vi ho cercato. Ora siete venuti da me. Vi ringrazio» ma riassuntive di tutta la storia delle Giornate Mondiali della Gioventù.
Davvero Papa Wojtyla ha cercato le giovani generazioni sin dall’inizio. Ha cercato il contatto e il dialogo fino a chiedere, a pretendere quasi, che in ogni sua visita pastorale vi fosse un incontro con loro. Li ha cercati in tutto il mondo, anche nelle nazioni e negli ambienti culturali che sembravano più chiusi a questo tipo di discorso. Li ha cercati andando controcorrente rispetto agli stessi ambienti ecclesiali, che all’inizio non avevano compreso la valenza e la portata del suo progetto.
La storia delle Gmg dimostra che aveva ragione lui. Ora, grazie alla straordinaria pastorale giovanile del Papa venuto da lontano, la Chiesa dispone di una generazione di «sentinelle del mattino», secondo l’espressione coniata a Roma, nel 2000. Una generazione di «costruttori della civiltà della pace» (Toronto 2002). La «generazione Giovanni Paolo II», incamminata verso Colonia, insieme con Benedetto XVI che ne ha già raccolto l’eredità.
Mimmo Muolo, Generazione Giovanni Paolo II. La storia della Giornata Mondiale della gioventù, ed. Ancora, giugno 2005, pp. 128, e 9,00