Vita Chiesa

Caro Vattimo, la Chiesa non rinuncia al suo ruolo

DI DON FRANCESCO SENSINI«L’aids, la necessità di limitare le nascite, il divorzio ormai legalmente riconosciuto, le nozze gay… non potranno essere ignorate in eterno». Trovo questa affermazione di Gianni Vattimo, in un articolo sulla Stampa, che chiude il giudizio espresso dal filosofo, sulla chiesa guidata adesso da Benedetto XVI. La chiesa non può ignorare…

E io, da laico, penso per un attimo allo Stato e mi chiedo: lo Stato non può ignorare che la malavita è sempre più organizzata, che i clandestini sono sempre più numerosi, che il terrorismo è sempre più forte, che chi fa uso di droga è sempre più giovane…

Ma quando mi chiedo questo, non intendo minimamente dire che lo Stato deve collaborare con la malavita, che deve accogliere senza regole tutti, che deve cedere ai ricatti del terrorismo, che deve legalizzare la droga…Invece, il professor Vattimo, quando parla della chiesa chiede proprio questo: che in fondo condivida le sue posizioni e rinunci al suo ruolo. Mi nasce allora il sospetto che l’accusa di «ignoranza» nei confronti della chiesa nasca da cattiva fede: non si accetta che la Chiesa sia Chiesa.

Per capire la Chiesa è necessario far riferimento alla persona e alla vita di Gesù. Gesù non ha ignorato le malattie e la sofferenza, ma ha dato loro un senso e un valore; non ha ignorato la cattiveria degli uomini, ma l’ ha affrontata con decisione e amore; non ha ignorato la morte ma l’ ha accettata senza disperazione; non ha ignorato la libertà dell’uomo, ma gli ha indicato una strada; non ha ignorato i peccati degli uomini ma non ha mai detto che il male è bene.

La Chiesa non «ignora» nulla, basti pensare alle parole del Concilio: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi….. sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo».

La Chiesa non ignora l’Aids, ma propone un alternativa per la sua sconfitta; non ignora l’omosessualità ma ricorda che il progetto di Dio è un altro; non ignora il problema delle nascite, ma afferma che ogni figlio è un dono di Dio, non ignora i progressi della scienza ma difende la dignità e la sacralità dell’uomo.

La Chiesa non potrà mai identificare bisogni con diritti, limiti con libertà, egoismi con generosità, oggetti con sentimenti, denaro con valori. Non vorrei far sembrare la Chiesa perfetta, sto parlando della sua vocazione e della sua missione a chi, penso, sia in cattiva fede. Se parlassi con uno in buona fede direi che la Chiesa deve migliorare, deve ascoltare di più, deve superare certi formalismi, deve rivedere un certo linguaggio, deve avere più coraggio, deve osare di più. E questo proprio per essere più fedele alla sua missione che non viene dagli uomini ma le è stata affidata dallo stesso Gesù Cristo.