Vita Chiesa

Caritas, impegno contro le tre povertà

“Uno sguardo dal basso”, ossia dalla prospettiva dei sofferenti e degli esclusi, per andare incontro al “triplice volto della povertà” fatto di “non risposta” ai bisogni primari, relazionali e a quelli generati dal “non senso, non significato e non valore”. Queste le prospettive di lavoro pastorale indicate da mons. VITTORIO NOZZA, direttore della Caritas italiana, nel suo intervento a chiusura del 30° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, che si è svolto dal 13 al 16 giugno a Fiuggi. Nozza ha esortato le Caritas parrocchiali “a farsi carico dei bisogni del territorio e ad impegnarsi in un servizio di animazione in grado di coinvolgere l’intera comunità”. Il rischio, rileva il direttore della Caritas, “è che le risposte ai bisogni e la gestione dei servizi offuschino questa capacità e non diano il giusto spazio al dovere di denuncia, pressione, difesa dei diritti”.

IL TRIPLICE VOLTO DELLA POVERTÀ. La società italiana – e la Caritas in particolare attraverso i suoi centri di ascolto, osservatori delle povertà e laboratori diocesani per la promozione delle Caritas parrocchiali – si trova oggi a confrontarsi con questo triplice volto della povertà, che oltre alla mancanza di “cibo, vestiti, salute, casa, lavoro studio” – ha fatto notare mons. Nozza – fa emergere anche forme diverse generate da “solitudine, abbandono, trascuranza, dimenticanza” come quella degli anziani, dei malati mentali, dei carcerati, dei disabili, degli immigrati, delle famiglie monoparentali… Quindi c’è la “povertà generata da non senso”, come le forme di autodistruzione tra le quali Nozza indica “droga, alcol, bulimia, anoressia, eccesso di velocità, spericolatezze” ma anche “shopping compulsivo, eccesso di esercizio fisico, dipendenza da lavoro, cyberdipendenza”.

NEL 2004 OFFERTE IN CALO, TRANNE PER LO TSUNAMI. Nel 2004 il 28% degli italiani ha effettuato donazioni per cause di solidarietà, una cifra in calo rispetto agli scorsi anni se non fosse per le offerte pervenute durante il periodo natalizio a causa dello tsunami: è quanto emerge da una indagine Doxa sugli italiani e la solidarietà presentata al convegno delle Caritas diocesane. Dal sondaggio, realizzato con 1.009 interviste su campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, emerge dunque che “il 28% dichiara di avere effettuato donazioni per cause di solidarietà nell’ultimo anno. Una percentuale in calo rispetto alle precedenti rilevazioni”.

Tuttavia a fine anno, precisa l’indagine, “il periodo natalizio e l’effetto tsunami hanno portato la quota al 49%”. Tra le cause: la ricerca medica (62%), la lotta contro la fame del mondo (21%), l’adozione a distanza (19%). La Caritas italiana (79%) risulta essere tra le organizzazioni più conosciute per il supporto a emarginati e poveri in Italia (61%) e la raccolta fondi per solidarietà e assistenza (59%).

CAUZIONI E PREGIUDIZI. La proposta di far pagare una cauzione agli immigrati che entrano in Italia? “Palliativi che non portano soluzioni reali ai problemi. Proposte che nascono dall’emotività ma che non sempre sono adeguate”. La “caccia all’albanese” nel varesotto dopo l’uccisione del giovane barista italiano? “Le istituzioni reagiscano con senso di civiltà, senza esagerare, altrimenti la situazione rischia di esplodere”. Commenta così al Sir don PIERANTONIO BODINI, delegato della Caritas Lombardia, la proposta del ministro delle riforme dopo l’omicidio, a Varese, di un ragazzo italiano per mano di due giovani albanesi, a cui sono seguiti episodi di violenza indiscriminati su altre persone della stessa nazionalità per vendicarne l’uccisione. Proposte “esagerate e non risolutive di problemi – secondo don Bodini -. La cautela dovrebbe guidarci nelle scelte difficili e problematiche di questi giorni, se non vogliamo peggiorare la situazione o creare più tensioni”.