Vita Chiesa

La Vela: il villaggio dei giovani ha festeggiato i 50 anni

«Ognuno di noi, che siamo qui, abbiamo un impegno morale di non restare con il telo della vela arrotolato. Ognuno di noi si deve sentire impegnato a dare il suo colpo di remo, come diceva La Pira, perché la barca della Chiesa, la barca dell’umanità, proceda nel suo cammino verso il futuro». La vela e il remo. Il cardinale Silvano Piovanelli ricorre a due immagini «marinare» per invitare i circa cinquecento presenti domenica scorsa al Villaggio La Vela, a continuare nel loro impegno a servizio dei giovani e delle Chiese toscane, nel solco di Pino Arpioni, il fondatore dell’Opera per la gioventù, morto alla fine del 2003. Una grande figura del laicato toscano, che – per dirla ancora con le parole del card. Piovanelli nell’omelia della Messa celebrata al villaggio– «proponeva a tutti, non imponeva a nessuno, ma indicava sempre quello che conta: le cose che valgono e a cui non bisogna rinunciare».

Erano arrivati da tutta la Toscana per i 50 anni del villaggio di Castiglion della Pescaia. Tra di loro anche qualche «pioniere» dei primi campi-scuola organizzati da Pino all’isola d’Elba dal ’53 al ’55. E c’è chi con grande sorpresa si è riconosciuto in una vecchia foto esposta nei pannelli della mostra documentaria allestita all’interno del Villaggio.

La giornata di festa era iniziata la mattina presto al cimitero di Nomadelfia, dove Pino ha scelto di essere sepolto. A guidare una liturgia della Parola il vescovo di Grosseto, mons. Franco Agostinelli . Poi il trasferimento al Villaggio che fu inaugurato nell’agosto del 1955 dall’allora ministro dell’agricoltura Emilio Colombo, che ha inviato un messaggio di auguri. Tante cose sono cambiate da allora, ma la fisionomia è rimasta la stessa con la collina cosparsa di casette colorate e sormontata dalla cappella. In saloncino viene proiettata una «lezione» tenuta da Pino un paio di anni prima di morire agli scolari delle elementari di Nomadelfia. Un’ora di filmato con il fondatore dell’Opera che racconta per la prima volta degli anni della prigionia e della nascita della sua vocazione laicale a servizio dei giovani. Poi il pranzo all’aperto, sotto i pini, un’occasione per ritrovare amici persi di vista, o ragazzi ai quali hai fatto il capogruppo e che ora mandano i loro figli alla Vela.

Poi, alla mitica pista di gokart la «celebrazione», molto familiare, del cinquantenario, introdotta dal presidente dell’Opera Gabriele Pecchioli. Si leggono i messaggi dell’arcivescovo di Firenze, il card. Ennio Antonelli, del vescovo di Fiesole, mons. Luciano Giovannetti, e dell’ex-segretario di Giovanni XXIII, mons. Loris Capovilla. A rappresentare le autorità civili l’assessore della provincia di Grosseto, Giancarlo Farnetani, che per quindici anni è stato anche sindaco di Castiglione, il vicepresidente del consiglio regionale Paolo Bartolozzi, che da ragazzo ha frequentato «La Vela», il consigliere regionale Alberto Monaci, il consigliere comunale di Firenze Francesco Ricci, in rappresentanza del sindaco, e l’assessore alle politiche sociali della provincia di Firenze, Alessandro Martini. Ad un commosso Paolo Gini è toccato invece il compito di rievocare la vita al villaggio, quell’esperienza «forte» di riflessione, di preghiera e di gioco che ha inciso nella vita di decine di migliaia di giovani toscani.C. T.

I 50 anni della «Vela»: una scuola di vita per migliaia di toscani

Il sito dell’Opera per la gioventù Giorgio La Pira