Vita Chiesa

«Beato chi trova in Te la forza…»

Gesù propone la sua amicizia ad ogni uomo. Non si tratta di un’imposizione, bensì di un invito la cui risposta richiede sempre un cambiamento di vita. Ma cos’è la conversione? Questo richiamo, che sentiamo spesso nelle letture della Messa, non è per coloro che sono fuori della chiesa, per chi non è venuto a santificare insieme a noi la festa della domenica; non è per il vicino di casa, per mio figlio, i miei genitori … No. La conversione è per me, che sono così duro di cuore da non averla ancora accolta. Ma come attuarla? Di cosa si tratta? In questa esperienza, quali passi spettano a me e quali doni gratuiti vengono da Dio?

C’è un richiamo nella Bibbia, uno dei tanti sull’argomento, che riassume bene i vari passaggi e le dinamiche profonde del chinarsi di Dio sull’uomo e del cammino dell’uomo verso il suo Dio. Così recita un versetto del Salmo 83: «Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio». C’è, innanzitutto, il riferimento immediato a un’esperienza di felicità: è, infatti, «beato», felice, chi si butterà nell’esperienza descritta nelle parole del salmista. È una promessa, un chiarimento: «Ciò che ti sto per dire», sembra precisare subito il Signore, «è ciò che ti renderà felice». Ma chi possiede questa beatitudine, dunque? «Chi trova». Ma chi è che trova, se non chi prima ha cercato? È la ricerca, quindi, il primo passo del cammino. E il luogo della ricerca è Dio. È felice chi fissa lo sguardo su Gesù, chi cerca in Lui, nella sua Parola, nei Sacramenti, nella comunità, nel profondo di sé (dove Dio abita), la forza di un cammino di cambiamento, di conversione, di vita rinnovata. Ma questa forza è già dentro l’uomo: è nascosta nel profondo del suo essere, sotto il peso delle preoccupazioni della vita, delle maschere che egli si è messo addosso, delle paure, dei «fantasmi», delle ferite profonde. Se, però, l’uomo tende la mano verso Cristo, Egli non mancherà di guidarlo in questo viaggio nella propria interiorità, dove scoprirà una forza inaspettata e nuove prospettive di vita.

La conversione, dunque, passa attraverso una ricerca, la scoperta e, infine, la libera decisione di intraprendere un viaggio. Esso sarà imprevedibile: non ne conosciamo le tappe, i paesaggi, gli alberghi dove troveremo ospitalità, le persone che ci affiancheranno nel cammino. Tutto può apparirci un po’ oscuro. Ma sarà un cammino «santo», perché consacrerà a Dio la nostra esistenza. E non dobbiamo dimenticare quel «beato»: sarà, comunque, un viaggio che ci porterà alla felicità. Saremo beati se crederemo in Colui che ce lo promette. Suor Mirella Caterinadelle contemplative domenicane di Pratovecchio