Vita Chiesa

Anche noi, come atleti in corsa

Non sono mai stata una sportiva praticante, però mi piaceva camminare, amavo le escursioni in alta montagna e lassù ho pure udito la voce di Dio. La montagna alpina che offre vette da conquistare mi affascinava così come la neve ancora oggi mi riempie il cuore di gioia. In questi giorni penso alle Olimpiadi invernali che si stanno svolgendo a Torino.

L’entusiasmo e le emozioni di tutti, insieme alle tensioni degli atleti che devono gareggiare, ne costituiscono il clima agonistico che tutti più o meno respiriamo. È un gioco, ma ogni atleta, ne sono certa, vorrebbe portarsi a casa una medaglia, di cui, allenamenti, sacrifici, volontà e sforzi umani ne sono il prezzo pagato in anticipo. S. Paolo ce lo ricorda: «Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole». (2 Tim 2,5)

Questa bella e grande manifestazione sportiva è una sosta al nostro respirare affannoso in un mondo sconvolto da tanta cattiveria e da tanta violenza. Per un paio di settimane questi giochi olimpici visti anche un poco al di sopra delle vittorie e delle sconfitte, ci devono far meditare sulle potenzialità di cui Dio ha dotato l’uomo. Praticando lo sport, qualsiasi sport, noi coltiviamo in noi stessi la nostra dignità, l’armonia del corpo, il vigore, la grazia e testimoniamo di essere un capolavoro di Dio dentro questa creazione visibile. Capolavoro destinato a fiorire su questa terra per diventare immortali nel cielo.

Lo sport, questa eccellente forma educativa dell’uomo (se tale la si fa essere) ordinata anche a formarne il carattere e la padronanza di sé, è pure un richiamo forte all’investimento di tutte le nostre energie per il lavoro di santificazione cui tutti siamo chiamati. «Fate tutto a gloria di Dio» ci dice S. Paolo (1Cor 10,31), il quale usa le immagini dello sport per introdurci nella concretezza della vita cristiana e delle sue esigenze. «Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo. Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile (una medaglia), noi invece una incorruttibile» (1 Cor 9,24-27).

Dobbiamo saper godere per queste Olimpiadi e magari tifare per l’Italia. Esse hanno il potere di liberare per un momento il nostro cuore dalle preoccupazioni di un futuro incerto e al tempo stesso ci invitano a riflettere sul fatto che se non tutti siamo fatti per praticare uno sport fisico, tutti però riceviamo da Dio la grazia che è divina energia per correre e vincere nella via della santità.Suor Maria Pia Fragnidelle contemplative domenicane di Pratovecchio