Vita Chiesa

Nello stupro non ci sono gradi di gravità

DI DON FRANCESCO SENSININon posso non sentire quello che uno studente, a voce alta, in modo apparentemente spiritoso, dice ad una sua compagna, uscendo da scuola: spero che tu non sia vergine così posso stuprarti quando voglio. E magari mettiti anche i jeans!Sinceramente sorpreso, gli chiedo le ragioni di questa affermazione. «Ma ha sentito che cosa hanno deciso dei giudici?» Che cosa? domando. «Che si può violentare una ragazza solo se non è vergine!». «Non è possibile che un giudice affermi una cosa del genere». «Certo, così non l’ha detto, però……non è poi così grave!».

Ecco la parola magica: gravità. D’altra parte esiste questa componente nei reati, esistono le attenuanti e le aggravanti, esistono i pentiti e coloro che patteggiano. È la solita vecchia storia del peccato originale: dare la colpa agli altri o cercare scuse per alleggerire la gravità della propria colpa. Rubare a chi ha cento, è meno grave che rubare a chi ha dieci? Rubare ad una banca, è meno grave che rubare ad un pensionato? Uccidere un assassino, è meno grave che uccidere un innocente? Picchiare un adulto è meno grave che picchiare un bambino? Violentare una non vergine è dunque meno grave che violentare una vergine?

Un quotidiano titola così: «Stupro meno grave se lei non è vergine». Reagisco subito sostenendo che quando uno commette uno stupro va messo sempre in condizioni di non farlo mai più. Scegliete voi la modalità più rispettosa e democratica. Un quotidiano, invece, che avesse titolato: «Stupro meno dannoso se lei non è vergine», mi avrebbe forse indotto ad una riflessione. Se i giudici avessero dovuto esprimere il loro giudizio tenendo conto di ciò che insegna la chiesa, avrebbero dato il doppio della pena allo stupratore. Afferma infatti il Catechismo della Chiesa Cattolica (2356): «Lo stupro consiste nel costringere una persona al rapporto sessuale con la violenza, con il timore, con l’inganno o comunque senza il suo consenso consapevole e libero; esso è una ingiusta aggressione contro la persona. Lede profondamente il suo diritto al rispetto, alla libertà, all’integrità fisica e morale e va combattuto nelle sue radici culturali e sociali. È sempre un atto intrinsecamente cattivo. Ancora più grave è lo stupro commesso da parte di parenti stretti o di educatori ai danni di quelli che sono loro affidati».

Non ci sono attenuanti. La posta in gioco non consente sconti. Nessuno ha il diritto di colpire nell’occhio chi è già cieco. Nessuno ha il diritto di colpire nella sessualità chi ne è già ferito.