Vita Chiesa

Il cristiano non teme la morte

Il vero «amante della materia» non è il cosiddetto «materialista», come siamo portati a credere, ma il discepolo di Gesù. Se ci pensiamo bene, infatti, il cristiano non fa certo della materia il fine della propria vita, né crede che al di là della realtà che si vede e si tocca non ci sia niente; eppure egli, che sa che questo mondo è una realtà di passaggio, di tutto gioisce e gode, con distacco, gioia e gratitudine verso quel Dio che ogni cosa ha voluto e creato come emanazione del suo immenso amore.

Il seguace di Cristo, perciò, ama questa vita, non disprezza il mondo e il tempo in cui Dio lo ha inserito, è capace di apprezzare gli aspetti più umani e materiali dell’esistenza, ma non è schiavo di essi. I cosiddetti «materialisti» fanno della materia il proprio dio; il cristiano di tutto gode come se gli fosse dato in prestito. Anche della sua esistenza. Il motivo di questo suo strano modo di rapportarsi con il mondo in cui vive, sta nel fondamento della sua fede: Cristo è risorto e farà risorgere anche lui. La vita del cristiano, perciò, è tutta orientata verso un’altra vita, ad essa tende e ad essa è indirizzata ogni scelta che egli opera nel presente. Ciò che più gli impedisce di vivere già ora da salvato, è la schiavitù del peccato, dell’egoismo; è l’incapacità di volgere lo sguardo a Cristo senza voltarsi indietro. Un’esperienza simile fece Maria Maddalena. Dopo la morte del Signore, si recò al sepolcro: il suo sguardo era ancora volto al passato, alla morte, al buio. Si recò presso quella tomba per ungere il corpo amato, per ricordare le speranze di un tempo, deluse da un tragico destino. «Donna, chi cerchi?», le chiese il Maestro, apparendole. Lei non lo riconobbe, e ancora piangeva. Solo quando il Maestro la chiama per nome, ella lo riconosce e si volta definitivamente verso di Lui, verso il futuro, verso la vita, verso la missione di annunciare a tutti la buona novella. Solo l’incontro diretto con Cristo, dunque, può trasformare la vita del discepolo. «Se uno è in Cristo è una creatura nuova, le cose di prima sono passate, ne sono nate di nuove». Siamo chiamati a liberarci del nostro uomo vecchio e ad impossessarci del Regno di Dio, la perla preziosa, il tesoro che solo i «violenti», cioè coloro che sono disposti alla lotta interiore con il male, si accaparrano. Siamo chiamati alla libertà di chi si lega all’Amore, per risorgere con Cristo a vita nuova.Suor Mirella Caterinadelle contemplative domenicane di Pratovecchio