Vita Chiesa

Il primo anno di Benedetto XVI

Capacità di parlare ai giovani, la dolcezza con i bambini, il linguaggio semplice. Sono queste per don Paolo Giulietti, responsabile del Servizio Cei per la pastorale giovanile, alcuni dei tratti della figura di Benedetto XVI che sono emersi particolarmente in questo primo anno di pontificato. Iniziato, forse, sotto il peso della successione di una figura come quella di Giovanni Paolo II che con i giovani aveva un rapporto privilegiato Benedetto, dice Giulietti, “si sta imponendo all’attenzione del mondo giovanile per alcuni tratti, anche insospettati, come la dolcezza verso i bambini e un linguaggio semplice e profondo”. La Giornata mondiale della gioventù di Colonia (agosto 2005) ha rappresentato una sorta di battesimo del fuoco per Papa Ratzinger. Restano vive le immagini del Pontefice in battello sul Reno mentre migliaia di giovani lo salutavano festanti dalle due rive, spingendosi sin dentro il fiume, e il milione di giovani in preghiera nella spianata di Marienfeld. Il 15 ottobre scorso, in piazza San Pietro, il raduno di oltre 100mila bambini della Prima Comunione, è stato forse uno degli eventi più suggestivi dell’Anno dell’Eucaristia. Fino all’incontro del 6 aprile 2006 con i giovani della diocesi di Roma e del Lazio e la celebrazione della Domenica delle Palme (9 aprile), con il passaggio della Croce della Gmg dai giovani tedeschi ai coetanei australiani.

Dopo un anno, come valutare il “passaggio del testimone” da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI?

“Credo che Benedetto XVI viva l’eredità del suo predecessore non come difficoltà ma come ricchezza. Ha scelto la continuità con Giovanni Paolo II. Il confronto è forse naturale, direi quasi spontaneo per i giovani con i quali Papa Ratzinger sta costruendo giorno dopo giorno un suo personale rapporto”.

E quale sarebbe?

“Sta emergendo dai vari incontri cui stiamo assistendo. I giovani stanno scoprendo in Benedetto XVI un’identità fatta di grande attenzione ai contenuti declinati con un linguaggio semplice e comprensibile. Una vera e propria presenza didattica. L’Enciclica Deus Charitas est è anche una grande lezione. E questo piace molto ai giovani. La capacità di dire cose importanti con linguaggi semplici è tipica dei grandi uomini. Chi conosce le cose veramente bene le sa raccontare anche ai bambini. Credo che il Papa abbia intercettato il bisogno dei giovani di maggior conoscenza, approfondimento e comprensione dei contenuti. Il Papa ha un atteggiamento didattico che i giovani stanno imparando ad apprezzare”.

Dunque il linguaggio come novità?

“Benedetto XVI usa un linguaggio pacato, profondo, chiaro, comprensibile che facilita il contatto e l’avvicinamento con i giovani. Questi hanno saputo cogliere al di là di ogni confronto con il suo predecessore le caratteristiche di Benedetto XVI. Si sente sempre meno la voglia dei giovani di ricercare un modello ideale. Noto con piacere che hanno accolto Benedetto XVI senza pregiudizi e con molta intelligenza”.

In questi giorni si è parlato molto della Gmg di Sidney, per la quale il Papa ha già stabilito precise tappe di avvicinamento…

“Apprezzo l’organicità di fondo di questa scelta che punta a un coinvolgimento spirituale completo dei giovani, sia che vadano o meno a Sidney. Una scelta che evidenzia tutta l’attenzione di Benedetto XVI al percorso educativo e formativo della persona. La Gmg non deve restare un evento isolato ma una tappa di crescita di fede. C’è una valorizzazione e una insistenza su questo aspetto della preparazione che dice molto su come Benedetto XVI voglia puntare su eventi per i giovani”.

C’è un ricordo di questo primo anno di pontificato che le ha lasciato un segno particolare?

“Sicuramente l’incontro del 15 ottobre 2005 con i bambini della Prima Comunione in piazza San Pietro. Ha rivelato una figura straordinaria, ricca di umanità e di dialogo con i più piccoli. Veramente insospettata. Questa figura in mezzo alla folla di bambini, il suo linguaggio semplice, la sua dolcezza, mi è sembrato il più affettuoso e attento dei nonni”.a cura di Daniele Rocchi

Il nostro SPECIALE sul primo anno di Benedetto XVI