Vita Chiesa

La Pasqua è passata? No, è sbocciata

DI DON FRANCESCO SENSINIAnche la Pasqua è passata!» Non è certo una affermazione irrispettosa ma stranamente provoca in me una certa reazione. Mi chiedo: che cosa era arrivato con la pasqua che dopo è passato? «Le vacanze», mi si risponderà. È una risposta vera, ma è da cristiani identificare la pasqua con le vacanze? «La festa», altra risposta vera, ma la ragioni della festa hanno forse una scadenza temporale?

Che cosa dunque era arrivato? Era arrivata la notizia che un uomo innocente di nome Gesù, giustiziato sulla croce, era ancora vivo… E da questa notizia nasceva la fede nella eternità della vita, la speranza della vittoria definitiva del bene sul male e l’ amore per ogni uomo e donna della terra.

Anche la Pasqua è passata! È dunque passata la possibilità di una vita che non muore… di una felicità senza fine… Siamo tornati alla normalità: le madri uccidono i figli, i potenti fanno le guerre, i kamikaze aumentano, i politici litigano, i bambini sono sempre più vittime dei pedofili.La settimana santa, con tutti i suoi riti e segni, è stata come una enorme pausa pubblicitaria (mi si perdoni il paragone) che ha sospeso per un attimo il grande spettacolo della vita.

Ma la Pasqua è un sogno o un seme? È un’onda o una sorgente? Sarebbe bello invece sentir dire: «Finalmente la Pasqua è sbocciata!».

Sempre in riferimento alla pasqua, registro questa altra parola: «Uno scandalo». Così il rabbino capo della comunità romana ha definito la decisione di mandare in onda la sera di Pasqua il film «Passion», ritenuto antisemita dalla comunità ebraica.

Di fronte a queste reazioni mi chiedo se non sono anch’io un antisemita quando leggo il racconto della passione e se lo sono tutti quegli uomini e donne che fanno della passione un loro punto di riferimento per accettare le difficoltà e le sofferenze della vita.

Qualcuno comunque, ebrei e romani, avrà la responsabilità di aver crocifisso Gesù o vogliamo credere che sono stati gli stessi suoi discepoli con a capo Giuda, per ottenere il suo spesso potere?

Nei confronti degli ebrei, la chiesa cattolica ha fatto notevoli passi avanti nella direzione di un dialogo e di un confronto, al punto da chiamarli «fratelli maggiori» (Giovanni Paolo II). Ma, mi domando imprudentemente, siamo sicuri che agli ebrei piaccia avere dei fratelli minori?