Vita Chiesa

La «giornata dello studente» al santuario di Montenero

di Marco BenniciIl piazzale del santuario di Montenero è sempre frequentato la domenica. Negli ultimi anni molti studenti da tutta la Toscana hanno salito la scalinata per chiedere «assistenza» per i loro compiti ed i loro esami. Nasce da questa semplice osservazione l’idea di Padre Ildebrando, uno dei monaci del santuario. Dare ai giovani studenti delle diocesi toscane, credenti o meno che siano, un momento, uno spazio di riferimento al «sacro». Farlo a Montenero, sotto lo sguardo della Madre Santissima, tra tanti visi che si avvicinano al santuario in cerca di riflessione e preghiera. Farlo alla presenza di un «pastore», monsignor Diego Coletti, Vescovo di Livorno, per lasciarsi illuminare anche nello studio dall’esempio di Cristo. L’iniziativa è nata grazie alla collaborazione con l’Ufficio per la pastorale scolastica e universitaria della Diocesi di Livorno. Sono state invitati a partecipare anche i ragazzi delle altre pastorali per la scuola e l’università toscane. «Queste iniziative sono un’opportunità per gli studenti per approfondire il loro essere cristiani nella scuola e nell’università con il valore del loro studio», spiega Enrica Talà, direttrice dell’Ufficio livornese. «Condividere quest’esperienza di formazione e di approfondimento culturale anche fuori i confini della diocesi ha un significato pedagogico estremamente importante». Tutti temi che monsignor Coletti ha toccato nel suo intervento. Tre i punti sottolineati dal Vescovo di Livorno. Il rischio maggiore che un cristiano può correre è quello di «lasciarsi rubare la vita da tutto ciò che ci sta intorno», prendendo per «buono» il superficiale e tralasciando la vera essenza delle cose. Nella società frenetica in cui viviamo lo studio sembra essersi svuotato di significato, tanto da risultare a volte «inutile». Si perde così il valore contemplativo che esso racchiude in sé, dimenticandosi completamente l’afflato al trascendente che ha sempre caratterizzato qualsiasi forma di ricerca della verità. Per vivere pienamente questa esperienza l’unica ricetta è condividerla e farlo anche oltre i confini della propria comunità di appartenenza. È questo il motivo per cui sono nate le pastorali scolastiche e universitarie ed è questo il motivo di questo primo incontro regionale. Appoggiato all’altare un quadro raffigurante San Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti. «Un esempio da seguire, per grazia di Dio e per la sua forza di volontà è diventato sacerdote. Nonostante sapesse a mala pena leggere e scrivere è riuscito a studiare in seminario», spiega Padre Ildebrando. A lui dovrebbero ispirarsi tutti gli studenti nei loro momenti di fatica e di scoraggiamento. A lui idealmente è stata dedicata questa prima giornata regionale. «Con lo studio possiamo far trasparire la nostra gioia di essere cristiani» dice Lorenzo, 29 anni, laureato in ingegneria delle telecomunicazioni. «È un modo per essere al servizio degli altri». Irene, 24 anni, iscritta la III anno di Comunicazione linguistica e multimediale, sottolinea, invece, l’importanza del testimoniare anche dentro le aule delle università i valori più alti. Una prima volta da ripetere. «Magari sperando in una maggiore partecipazione degli altri uffici regionali», commenta Enrica Talà. Di questa giornata se ne vorrebbe fare un appuntamento annuale. Il coordinamento regionale di tutti gli uffici diocesani è ancora giovane. Negli ultimi quattro anni però ha cominciato a far parlare di sé. In un immagine questa esperienza è quella di un «grande abbraccio», un luogo in cui condividere saperi, passioni ed esperienze alla luce di Cristo e della sua chiesa.