Vita Chiesa

Massa Carrara, chiuso il Sinodo il cammino prosegue

di Renato BruschiSi è chiuso venerdì scorso il Sinodo della Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli. È il primo da quando nel 1988 le due diocesi di Massa Carrara e Pontremoli sono state unificate e soprattutto è il primo dopo il Concilio Vaticano II. Se infatti fino ad allora il Sinodo era vissuto come un momento prevalentemente «clericale» per puntualizzare prassi liturgiche e sacramentali, oltre che per mettere a fuoco provvedimenti disciplinari, dopo quella data diventa un’occasione di partecipazione attiva di tutto il popolo di Dio. Dopo la celebrazione del congresso eucaristico, avvenuta nel 2002 il Vescovo mons. Binini ha infatti avvertito l’esigenza, a livello diocesano, di uno sforzo comune per iniziare una nuova stagione di evangelizzazione. LE TAPPE DEL CAMMINOLe tappe del cammino sinodale, dopo un anno di preparazione, sono iniziate nel 2003 con l’«Indizione» solenne nella festa di San Francesco. Da subito il Sinodo ha voluto estendere in modo capillare la partecipazione: con le «schede di ascolto» diffuse nelle parrocchie e nei centri di aggregazione, la diocesi ha raccolto i bisogni non solo dei propri fedeli, ma dell’intero territorio. Dalle schede sono emerse sei priorità pastorali che sono diventate le sei linee tematiche dell’Instrumentum laboris. Nel frattempo nelle parrocchie si sono costituite le «commissioni locali» con lo scopo di riflettere «in loco» le tematiche sinodali. Una o più commissioni, a seconda del numero di abitanti, hanno costituito il collegio da cui sono stati eletti i rappresentanti dell’Assise. Le tematiche dell’Instrumentum laboris riguardavano: «La Chiesa come popolo di chiamati, L’evangelizzazione, la Liturgia, la parrocchia, quattro urgenze pastorali: famiglia, giovani, caritas, e migranti, infine la Comunicazione». Le commissioni sinodali hanno poi approfondito le varie problematiche, sulla base delle indicazioni presentate dall’Assemblea. Tutto il percorso di lavoro è stato affiancato dalla «Lectio divina» che ha fatto scoprire e gustare il tema dell’ascolto e del dialogo nella Bibbia. Il terzo anno sono stati votati i documenti emendati che sono diventati altrettanti capitoli del «Libro del Sinodo». Nella celebrazione conclusiva, presieduta da mons. Alessandro Plotti, presidente della Conferenza episcopale toscana, il «libro» è stato ufficialmente offerto al Vescovo affinché lo esamini, lo promulghi e diventi così la base per quelle programmazioni pastorali che egli riterrà più opportune per la Chiesa di Massa Carrara – Pontremoli. LA CELEBRAZIONENell’omelia mons. Plotti ha ricordato come tutto questo lavoro deve «diventare sempre più uno stile di chiesa». Prendendo spunto dalla liturgia del giorno ha infatti sottolineato tre aspetti che dovranno caratterizzare il dopo sinodo: «conversione, sinodalità e riferimento costante all’eucarestia e alla Parola». Conversione non solo personale ma di chiesa, di prassi pastorale che deve portare alla corresponsabilità tra le varie componenti del popolo di Dio, sempre attingendo alla fonte dell’Eucarestia e della Parola. Con mons. Plotti hanno concelebrato oltre al vescovo diocesano mons. Eugenio Binini anche il vescovo di Prato mons. Gastone Simoni, i vescovi emeriti di Lucca e San Miniato, l’abate di Monte Oliveto Maggiore, diverse delegazioni di sacerdoti venuti da altre diocesi e dalla vicina Sarzana. Presenti alla liturgia anche due rappresentanti della chiesa greco-ortodossa. IL DOPO SINODOUno dei primi frutti del Sinodo è stato la costituzione del Consiglio Pastorale diocesano. Sospeso dopo l’inizio del cammino, è stato completamente rinnovato nelle scorse settimane secondo un meccanismo di rappresentanza a livelli congiunti: dalle parrocchie ai vicariati e da questi alla Diocesi. Sarà l’organismo ecclesiale che dovrà, di concerto con il Vescovo, individuare le strategie migliori per una programmazione pastorale efficace e rispettosa delle indicazione emerse dal Sinodo. Il consiglio pastorale sarà anche il «luogo» dove verrà instaurata la «sinodalità» come stile caratteristico dell’agire della Chiesa, una «sinodalità» che come ha detto il vicario generale e segretario padre Dario Ravera: «ci fa rivivere le diverse esperienze della storia della salvezza: l’esperienza di Abramo, di Mosè, di Gesù, della prima comunità cristiana».